sabato 7 febbraio 2015

€RA IL 07.02.14 T€L€FONAT€ ROV€NTI


FUCK THE U€!!






Era il 7 Febbraio 2014, e si  diffuse rapido, tra le maglie della Rete, il file-audio, pubblicato su YouTube, con la registrazione di una telefonata fra la vicesegretario di Stato americano, Victoria Nuland, e l’ambasciatore Usa in Ucraina, Geoffrey Pyatt. Il vicesegretario Nuland, esprimendo la sua frustrazione per gli sforzi internazionali per risolvere la crisi politica in Ucraina, ad un certo punto si lascia scappare un «Fuck The EU», tradotto «L’Unione Europea si fotta». Imbarazzo degli Stati Uniti seguito dalle scuse della Nuland. Con una precisazione della portavoce del Dipartimento di Stato, Jen Psaki, che accusa Mosca di aver intercettato e diffuso la telefonata: «Certamente pensiamo che questo sia un nuovo colpo basso dello spionaggio russo».

Il video affianca all’audio le immagini di Nuland e Pyatt. É stato caricato su YouTube due giorni fa, il 4 febbraio, riporta il titolo «Marionette di Maidan» in russo ed è sottotitolato in russo. Maidan è il nome della principale piazza di Kiev diventata centro delle proteste dell’opposizione. Il file è poi divenuto di dominio pubblico giovedì, giorno in cui Nuland è arrivata a Kiev per una visita di due giorni, e ha incontrato separatamente il presidente ucraino Viktor Yanukovych e i leader dell’opposizione





Un funzionario del dipartimento di Stato americano, che ha parlato a condizione di mantenere l’anonimato, fa sapere che l’audio con l’insulto all’Ue sembra essere la registrazione autentica di una telefonata avvenuta la scorsa settimana. Anche la portavoce del dipartimento di Stato americano, Jen Psaki, non smentisce l’autenticità del file: «Non ho detto che (l’audio ndr.) non è autentico», ha detto incalzata dalle domande dei giornalisti. E a ulteriore conferma ha aggiunto che Victoria Nuland «è stata in contatto con gli omologhi dell’Unione europea e naturalmente si è scusata per questi commenti che sono stati riportati».


fonte corriere.it


L' €uropa è un ectoplasma a livello di peso internazionale, non essendo una vera realtà nazionale, ma almeno culturalmente non siamo ridotti come "i nostri alleati a stelle&strisce"... Ciò nonostante i "governatori "USA sembrano percepire quanto sia "delicata" la situazione economica dell' €uropa e quanto siano tesi i rapporti con la Russia ma, il loro liberismo viene prima di "tutto" e con scellerati Politicanti Tecnocrati €europei oro-liberisti stanno soffiando sul fuoco, ...gli "ignoranti" USA-US€  (il mercato deve dominare il mondo) ...non vedono l'ora.

la questione vista dalla Tunisia




"Orsù, placati, e ripeti con me: il Mercato è il mio pastore, non manco di nulla... (cit. Alberto Bagnai)





;-O




o "giocano" a chi ce l'ha più GROSSO!!


€' GU€RRA??




Hollande: senza accordo unico scenario è guerra

Merkel:    con Putin abbiamo fatto un tentativo










fonte ansa.it
BERLINO


07 febbraio 2015


Se non si trova un accordo sull'Ucraina, "noi sappiamo che l'unico scenario non può che essere la guerra". Lo ha detto il presidente francese Francois Hollande.

"Dopo i colloqui di ieri posso dire che è incerto che questi abbiano avuto successo, ma ha certamente avuto valore il tentativo". Lo ha detto Angela Merkel alla conferenza di sicurezza di Monaco riferendo del vertice di ieri sull'Ucraina al Cremlino con il presidente russo Vladimir Putin e quello francese Francois Hollande.

"Se è vero che la soluzione non può essere militare, fornire armi non è la soluzione", ha ribadito Angela Merkel a Monaco. La cancelliera ha sottolineato che le armi in Ucraina sono già troppe.

Di ritorno dalla missione franco-tedesca a Mosca, è Angela Merkel l'ospite più atteso della seconda giornata di lavori della conferenza internazionale di sicurezza che si è aperta a Monaco di Baviera. Oggi arrivano al forum anche il vice presidente degli Stati Uniti Joe Biden, il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov e il presidente ucraino Petro Poroshenko, che terranno anche incontri in diverse formazioni tra loro, a margine. Per l'Italia sono presenti i ministri degli Esteri Paolo Gentiloni e della Difesa Roberta Pinotti, impegnati in una serie di bilaterali, al convegno che vede partecipare trenta Paesi.

Sei civili sono morti e altri 15 sono rimasti feriti nei bombardamenti che hanno colpito ieri i territori controllati dai separatisti dell'autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk. Lo sostiene Eduard Basurin, un rappresentante del ministero della Difesa dei ribelli locali. L'amministrazione comunale di Donetsk riferisce di una persona uccisa dai bombardamenti che si sono abbattuti sulla citta' nella notte.

IL COMANDANTE NATO: INTERVENTO MILITARE
É il monito del comandante delle forze Usa e Nato in Europa, Philip Breedlove. Il generale statunitense ha detto che "l’Occidente non dovrebbe escludere «l’opzione militare» e dovrebbe valutare la fornitura di equipaggiamento e armi all’esercito di Kiev, per fronteggiare i separatisti filorussi." «Non credo che dovremmo precluderci la possibilità dell’opzione militare», ha sottolineato Breedlove, a margine della Conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera, spiegando dinon pensare a un intervento diretto nel conflitto ma a un’assistenza alle forze armate ucraine. Breedlove ha giudicato inoltre «completamente inaccettabili» le proposte avanzate finora dal presidente russo Vladimir Putin che prevedono un’autonomia delle regioni filorusse dell’est repubblica sovietica. fonte la Stampa


lettere dal web


"I tedeschi, come è loro uso ormai antico, si sono tolti ogni spazio di manovra da soli.
E' normale che i governanti si comportino da criminali (la politica internazionale è una, anzi la, attività criminale per eccellenza) ma ci sono criminali stupidi e criminali intelligenti, criminali con i quali puoi convivere e criminali con i quali non puoi convivere: e dunque sei obbligato a combatterli mettendo a rischio tutto.
E' un vero enigma storico, che un popolo che ha dato tanto al pensiero sia così stupido appena varca i suoi confini; per chi crede nella Provvidenza, qui sta forse un segnale del Padreterno, che ci suggerisce di dargliene tanti, di confini, come al tempo preBismark, quando coltivavano la fantasia e la Genutlichkeit per il bene di tutta l'Europa .
Fatto sta che i tedeschi, come nella prima guerra mondiale, come nella seconda guerra mondiale, pur opponendosi a classi dirigenti che di porcate ne facevano a iosa (basti ricordare le guerre dell'oppio inglesi, i bombardamenti di Dresda, Hiroshima & Nagasaki, Katyn), sono riusciti ad alienarsi tutti i possibili alleati e candidati alla subordinazione volontaria tranne i tre o quattro negretti di casa, perchè incapaci di presentare ai vinti una prospettiva vivibile.
E questo capolavoro politico, come nelle due precedenti occasioni, è stato elaborato in base a infallibili calcoli amministrativi, statistici, economici. Nella Prima Guerra Mondiale, la decisione di passare alla guerra sottomarina a oltranza fu presa in base a un complicatissimo calcolo del tonnellaggio di naviglio affondabile, che avrebbe provocato il collasso del nemico. L'effetto devastante sull'economia del nemico non ci fu (a ogni misura c'è sempre una contromisura possibile, l'arma fine di mondo non esiste, neanche l'euro lo è), in compenso ci fu l'affondamento del Lusitania che fornì la carta decisiva al partito della guerra USA, cioè la sconfitta garantita non solo per la Germania, ma per tutta l'Europa.
Nella Seconda Guerra Mondiale, il calcolo del Lebensraum necessario per l'approvvigionamento del III Reich definiva indispensabile il granaio ucraino, che andava dunque espropriato e coltivato da una genia di servi della gleba autoctoni. Così, gli ucraini che da Stalin si erano appena beccati la dekulakizzazione e l'Holodomor, carestia provocata intenzionalmente con milioni di morti, all'arrivo del popolo di Goethe e Beethoven, tripudianti lo accolsero con il pane e il sale, e addirittura organizzarono un esercito al comando del Gen. Vlasov per combattere al fianco dei tedeschi contro i sovietici. Quando si accorsero del programmino tedesco nei loro riguardi, scelsero il criminale locale al posto del criminale straniero. Seguirono Stalingrado e la ritirata fino all'espugnazione del bunker di Adolfo, e una nuova sconfitta non solo per la Germania, ma per tutta l'Europa, che si ritrovò occupata da USA e URSS. Bravi ragazzi, un lavoretto ben fatto, avanti così
"

Roberto B. dal blog di Alberto Bagnai goofynomics




:-(

 Antonio Gramsci: “la storia insegna ma non ha scolari”.

giovedì 5 febbraio 2015

PAROL€ PAROL€ PAROL€


BALTIC DRY IND€X vs V€SS€L




Nuovo rallentamento dell’€urozona!! Lo conferma il BALTIK INDEX , un indice che misura il costo dei noli marittimi ovvero un indicatore per tastare il polso al traffico commerciale mondiale. Ovviamente se c’è poca richiesta di noli, è un evidente segnale di rallentamento dell’economia mondiale. L’ultima bolla sopra gli 11000 punti non ha giovato al settore ma, è anche vero che di merce in giro ce n’è poca...







AL costo dei noli possiamo sommare il grafico della velocità delle navi con l’indice VESSEL e si può vedere nel grafico che vanno piano piano.... come mai? Perché NON c’è interesse a scaricare la merce e consegnarla... quindi se il COMMERCIO è LENTO c’è qualche GROSSO problema!!!




Alla luce di quanto esposto e ne cito la fonte: http://intermarketandmore.finanza.com/baltic-index-nuovo-collasso-ai-minimi-dal-1986-70996.html vi posto quanto asserito oggi dal Sole 24 Ore  cito testualmente:
 “ L’indice ERA un TEMPO(ora hanno deciso di NO!) considerato un buon anticipatore dello stato della salute dell’economia mondiale. Ma all’origine dei ribassi secondo gli ANALISTI (i soliti noti?) stavolta c’è SOPRATTUTTO L’ECCESSIVA OFFERTA DI NAVI, (ma se vanno piano piano!!) piuttosto che un CROLLO (c'è già ...ma non è chiaro??) della domanda di trasporto di materie prime.


Qui l’articolo del 04.02.15

Mah!!







Una visione completamente diversa quella proposta da Paolo Barnard sul suo BLOG




;-)

A Dance With Draghi⁉️

BC€ P€GGIO DI COSÍ‼️


A Dance With Draghi


By PAUL KRUGMAN
FEBRUARY 5, 2015    (google traduzione...)

Roba famiglia, che mi lascia quasi senza tempo per la pubblicazione come roba va semi-folle nel dramma greco. Ma una breve nota. E' successo che la BCE ha dichiarato che non accetterà più i titoli di Stato greci come garanzia quando i prestiti alle banche greche. La reazione iniziale di alcuni osservatori è che questa era la fine, che la BCE stava tirando la spina arbitrariamente e bruscamente. Ma anche prima ho avuto la possibilità di guardare i dettagli, ho supposto che deve essere sbagliato. Si può dire molte cose su Mario Draghi; è molto probabile che non riuscirà a salvare l'euro, e 'possibile che sta facendo grandi errori; ma stupido e greggio non è il suo stile. Certo, basta, questa è un'azione molto più sottile che i primi titoli proposti. Questo canale di finanziamento è quello che le banche greche non utilizzano più molto, e non è necessariamente tenere a galla; possono continuare a prendere in prestito indirettamente tramite la banca centrale greca. Quindi questo non è un evento-crisi provocando. Qual è il punto, allora? Beh, è ​​atteggiamento e la segnalazione. Ma a chi, e per quale scopo? Forse è un tentativo di spingere i greci in raggiungere un accordo, ma la mia ipotesi - ed è solo questo - è che in realtà è più rivolta i tedeschi che ai greci. Da un lato, è la BCE facendo rumori duri, che potrebbe tenere la Germania fuori le spalle per un po '. Dall'altro, si tratta di un campanello d'allarme: caro Cancelliere Merkel, siamo * questa * vicino alla visione di un crollo del sistema bancario greco e l'uscita di euro, e sono davvero sicuri di voler proseguire su questa strada? Davvero, davvero? Quindi questo non era brinksmanship; era una sorta di pre-brinksmanship, un colpo di avvertimento a tutte le parti di quello che succederà dopo. Ha Draghi sa quello che sta facendo? Certo che no - nessuno in questa situazione sa che cosa lui o lei sta facendo, perché è strutturalmente un pasticcio. Ma niente panico - ancora.


Family stuff, which leaves me with almost no time for posting just as stuff goes semi-crazy in the Greek drama. But a quick note.

What happened was that the ECB declared that it will no longer accept Greek government bonds as collateral when lending to Greek banks. The initial reaction of some observers was that this was the end, that the ECB was pulling the plug arbitrarily and abruptly.

But even before I had a chance to look at the details, I assumed that must be wrong. You can say many things about Mario Draghi; it’s quite possible that he will fail to save the euro, and quite possible that he is making big mistakes; but stupid and crude is not his style. Sure enough, this is a much subtler action that the first headlines suggested. This funding channel is one that Greek banks no longer use very much, and it’s not necessarily to keep them afloat; they can continue to borrow indirectly via the Greek central bank. So this is not a crisis-provoking event.

What’s the point, then? Well, it’s posturing and signaling. But to whom, and to what end?

Maybe it’s an effort to push the Greeks into reaching a deal, but my guess — and it’s only that — is that it’s actually aimed more at the Germans than at the Greeks. On one side, it’s the ECB making tough noises, which might keep Germany off their backs for a little while. On the other, it’s a wake-up call: dear Chancellor Merkel, we are *this* close to watching a Greek banking collapse and euro exit, and are you really sure you want to go down this route? Really, really?

So this wasn’t brinksmanship; it was sort of pre-brinksmanship, a warning shot to all sides about what will happen next.

Does Draghi know what he’s doing? Of course not — nobody in this situation knows what he or she is doing, because it’s structurally a mess. But don’t panic — yet.



:-)

martedì 3 febbraio 2015

TRUFF€ €UROP€€ BANCARI€ NELLA STORIA


ANTICHI D€RIVATI FLOR€ALI


L’€uropa all’alba dell’anno 2015 si trova indiscutibilmente in un “cul de sac”, dal quale sembra che, con i Trattati sottoscritti, sia impossibile trovare una via d’uscita senza ulteriori danni all’economia. Per capire quanto ci sta succedendo, è utile dare uno sguardo attento alla “storia bancaria” dell’italica penisola e dell’Europa nei primi anni del 1600, anche se mi vengono in mente le parole di Antonio Gramsci: “la storia insegna ma non ha scolari”. Veniamo al punto e collochiamo il nefasto presente del fallimento della banca “europea” Monte dei paschi di Siena, nel suo reale contesto storico per capirne la dinamica del suo esponenziale  potere e responsabilizzare storicamente i veri artefici del “commercio del vento”.

Nei primi decenni del '600, grazie all’eccitazione mercantile dovuta alla scoperta dell’America e all’introduzione sui mercati europei di ingenti quantitativi di oro, argento e derrate alimentari, provenienti dal nuovo continente in via di espoliazione, gli europei crearono “la borsa valori e dei preziosi” di cui Amsterdam diventa il Centro propulsore.
Il Monte dei Paschi di Siena, la più solida banca europea, fondata nel 1472, diventa il più forte istituto finanziario dell’epoca, luogo di incontro della finanza vaticana e delle rendite finanziarie delle oligarchie aristocratiche europee.
Nel 1593, il Monte dei Paschi di Siena finanzia Johannes Van Bommel, un grande mercante dell’epoca. Il quale importa dalla Turchia i bulbi di tulipano, investendo nella loro coltivazione. Qualcosa di inspiegabile però accadde. Anche se da allora sono trascorsi più di 420 anni, seguita a rimanere un mistero della mente umana. I tulipani diventano ben presto una specie di feticcio della neo-nata classe borghese mercantile, dando vita a una gigantesca febbre collettiva che invade tutta l’Europa. Gli storici e gli antropologi inglesi hanno addirittura coniato il termine “tulipomania” parola che, da qualche anno, indica una specie di malattia dello spirito che porta gli individui a speculare in borsa su “qualcosa di evanescente, che non esiste”. Poco a poco, in tutto il continente si diffonde la mania dei tulipani che diventano ben presto un vero e proprio “social status”.
Dovunque, da Lisbona fino a Roma, da Glasgow fino alla lontana Varsavia, gli europei si gettano nell’investimento di azioni dei bulbi di tulipano e in tutto il continente si aprono agenzie di cambio locale, gestite in appalto dal Monte dei Paschi di Siena. Al mattino si apre la contrattazione ad Amsterdam e alle 15 partono a cavallo i corrieri con i risultati del giorno, attraversando tutta l’Europa per andare a negoziare i titoli nelle diverse capitali.
Ben presto l?europa comincia a diventare più piccola e le capitali entrano inn veloce contatto tra di loro, dando vita alle prime società di trasporto continentali. Nel 1605 la domanda di bulbo di tulipano raggiunge livelli vertiginosi di costo. Vengono attribuiti nomi curiosi e strani ai bulbi e le famiglie di possidenti investono ingenti quantità di denaro su questo fiore.
Nel 1623, un certo bulbo di tulipano, di un colore, magari raro, arriva a costare il corrispondente di oggi di circa 50/70 mila euro. Il record viene toccato dal “Semper Augustus” che viene contraccambiato nel 1630 per la cifra vertiginosa di 100.000 fiorini, pari a 250.000,00 euro odierni. In quell’anno, un certo Messer Cucinotti, ragioniere plenipotenziario di Monte dei Paschi di Siena nella sede di Amsterdam ha un’idea che seduce l’intera Europa: “la speculazione sui derivai (si trovano testi dell’epoca nella biblioteca pelagia di parte guelfa a Firenze) con il termine “ commercio del vento” o altrimenti detto “commercio finanziario delle nuvole”. Il Monte dei Paschi stampa dei contratti di assicurazione sul titolo dei bulbi e poi li assicura presso una loro filiale di Londra, la quale  ne rivende a prezzo maggiorato il potenziale profitto di lì a sei mesi. Chia acquista quel titolo, lo rivende ad un altro prezzo maggiorato e così via dicendo, per cui uno stesso titolo di possesso di un bulbo tocca il record nel 1632 di 186 proprietari della stessa azione a prezzi completamente diversi: la stessa azione vale 1 oppure 8 oppure 75 a seconda di quando è stata acquistata e da chi.
La banca senese dà prestiti per acquistare bulbi di tulipano e raccoglie in garanzia proprietà immobiliari e terre coltivate, creando una massa finanziaria speculativa che nel dicembre del 1635 raggiunge una cifra pari a 15 volte l’intera ricchezza reale europea.
Finché alla fine del 1636 alcuno aristocratici, bisognosi di denaro in contanti per finanziare spedizioni navali o costruirsi un castello cominciano a vendere e si arriva al 9 febbraio del 1637 quando l’ondata di vendite si abbatte sul mercato provocando la più gigantesca catastrofe finanziaria che sia mai stata registrata nella storia.
E il mercato dei tulipani crolla. Migliaia e migliaia di famiglie si trovano sul lastrico perché il Monte dei Paschi di Siena attraverso le guardie reali olandesi requisisce le loro proprietà immobiliari date in garanzia per titoli di bulbi di tulipani che sulla carta valgono milioni ma che in realtà si rivelano semplice carta straccia.
Nel solo mese di giugno del 1637, nella città di Amsterdam 15.000 persone sono travolte dal dissesto.
La città di Arnheim diventa un  enorme cimitero e così la città di Hannover, di Besancon, la lontanissima L’vov al confine tra la Polonia e l’Ucraina.
L’Europa è travolta dal crollo della finanza sui derivati. Le famiglie rovinate abbandonano le loro terre che rimangono incolte provocando penuria e carestia nella popolazione. Nasce così la immensa ricchezza patrimoniale del Monte deo Paschi di Siena +, che riesce a non fallire grazie all’intervento del Vaticano che accordatosi con il re d’Inghilterra dichiara “ diabolici “ i contratti stipulati dagli aristocratici di mezza Europa e confisca i beni dati in garanzia, identificati come “oggetti del diavolo”, di cui la banca diventa legittima proprietaria.
L’Europa finisce in miseria.
Nasce allora quella che con parole di oggi potremmo definire “la decrescita felice” e che gli storici chiamano “genesi di movimenti pauperistici europei”, un miriade di movimenti autonomi dei cittadini che si contrappongono all’idea della finanza, del concetto di investimento del danaro al consumo, agli status symbol, ed esaltano l’austerità identificando nella povertà una scelta. Il Monte dei Paschi di Siena chiude tutte le sue filiali in Europa e rientra in Italia con un guadagno complessivo netto in 30 anni corrispondente alla cifra di oggi di circa 100 miliardi di euro che viene suddiviso tra le grandi famiglie aristocratiche, delle signorie toscane e il Vaticano.


...che dire ....è vita vissuta ma, sembra la strada che ancora la finanza internazionale percorre, senza preoccuparsi minimamente delle conseguenze, anzi ora più legittimata di prima, tanto da impossessarsi di posti di potere assoluto nei governi degli Stati non uniti dell’area €... Stiamo già assistendo al un turbinio di eventi che si rispecchiano  nella  storia, essa stessa è ciclica ed insegna ma, proprio per questo la si strumentalizza.




;-)

"Festival Officina Futuro" - spazio Pime - Milano, sull'€uropa.


 Dall’Ancien Régime alla nuova
 Aristocrazia €urop€a






la dimostrazione di come i Trattati dell'UE hanno palesemente attentato alla nostra Costituzione




Avv. Giuseppe PALMA: sono intervenuto insieme al mio amico prof. Diego Fusaro, la cui lucidità di analisi è sempre eccellente. Sono felicissimo di aver conosciuto anche il prof. Paolo Becchi, il cui intervento conclusivo è stato carico di speranza.

Il tema da me affrontato, che troverete nella relazione qui di seguito riportata, è: "PENSARE UN'ALTRA EUROPA DEI POPOLI". 
Al fine di dimostrare che occorre urgentemente un'altra Europa, il mio intervento ha avuto come oggetto la dimostrazione di come i Trattati dell'UE hanno palesemente attentato alla nostra Costituzione (non è una scherzo, è proprio così). 

Buona lettura e, se la pensate come me, CONDIVIDETE o rispondetemi. 

Se invece avete da farmi osservazioni nel merito, fate pure:

INTERVENTO dell’Avv. GIUSEPPE PALMA

al FESTIVAL CULTURALE PER LA COOPERAZIONE
- OFFICINA FUTURO / BOTTEGA PARTIGIANA -
TEMA: “PENSARE UN’ALTRA EUROPA DEI POPOLI”
Milano, 29-31 gennaio 2015 – Spazio Pime
Intervento del 30 gennaio 2015.

***
Il mio intervento odierno ha natura prevalentemente giuridica, ed ha l’obiettivo di far comprendere come questa Europa – così com’è - non vada affatto bene, e come vi sia un impellente bisogno di un’Europa totalmente diversa, di un’Europa – appunto – dei popoli! Di solito sono abituato, anche per la professione che svolgo, a parlare a braccio, ma in questa occasione preferisco leggere la mia relazione, in modo tale che il mio intervento resti per iscritto ed un domani non si dica che certe verità non sono mai state dette o scritte da nessuno. Lascerò a Vostra disposizione le fotocopie della mia relazione, in modo tale che, chi vorrà, potrà leggerla con più calma e maggiore attenzione. Il tema che affronto oggi è: “Pensare un’altra Europa dei Popoli”, quindi ho ritenuto opportuno svolgere – seppur molto brevemente – un’analisi su come questa Unione Europea, anche da un punto di vista giuridico-costituzionale, ha palesemente tradito i principi cardine dello Stato di Diritto, costati milioni di morti. Per poter pensare ad una nuova Europa, è necessario – in ogni caso - comprendere prima dove questa Europa ha volutamente sbagliato! 

Il mio è solo uno dei tantissimi esempi che si possono fare sull’argomento.

Farò inizialmente una breve premessa storico-giuridica, da me approfondita con il mio libro intitolato “La Rivoluzione francese e i giorni nostri. Dall’Ancien Régime alla nuova Aristocrazia europea […]”. La Rivoluzione Francese prima, e i moti rivoluzionari di metà Ottocento poi, hanno donato all’Europa intera un principio irrinunciabile, vale a dire quello che la funzione legislativa (cioè il potere di fare le leggi) deve essere esercitata unicamente da un’Assemblea eletta dal popolo, i cui componenti sono soggetti al controllo diretto dei cittadini attraverso libere consultazioni democratiche; concetto questo, dapprima limitato a criteri di censo e successivamente esteso – al costo di ulteriori milioni di morti – al suffragio universale. La Seconda Guerra Mondiale, costata anch’essa un numero altissimo di morti in tutta Europa, ha donato all’Umanità il frutto maturo delle Costituzioni attualmente vigenti in tutti i Paesi del Vecchio Continente, tra cui il nostro, che ha – e non è campanilismo né retorica – la Costituzione più bella e più democratica del mondo. La nostra Carta fondamentale dello Stato, in merito alla funzione legislativa, prevede che questa sia esercitata esclusivamente (fatta eccezione per due casi tassativamente disciplinati dalla Costituzione stessa) da un Parlamento eletto dal popolo a suffragio universale e diretto, concetto ereditato dalla Rivoluzione francese e dalla Costituzione della Repubblica Romana di Mazzini del 1849. Tale principio altamente democratico trova pertanto attuazione sia nella nostra Costituzione che in tutte le Costituzioni democratiche dell’Europa occidentale, ma ciò – e lo dico senza timore di smentita - rappresentava un enorme pericolo per quell’Ancien Régime deposto dalla Rivoluzione francese, il quale, mutando vesti e affinando gli strumenti, è rientrato prepotentemente con l’avvento di questa Unione Europea che regolamenta la vita sociale, economica e giuridica dell’intero continente; una sorta di nuova Aristocrazia europea formalmente presentatasi come espressione di maggiore libertà, fratellanza e solidarietà, ma che sostanzialmente presenta evidenti aspetti di tirannia.
Il mio lavoro non si colloca nella cornice dell’espressione del libero pensiero, bensì in quella cornice – molto più ampia – della libera ricerca scientifica non accademica, infatti con il mio ultimo libro intitolato “IL MALE ASSOLUTO. Dallo Stato di Diritto alla modernità Restauratrice […]”, ho dimostrato – facendo ricorso al c.d. metodo scientifico – come i Trattati dell’UE hanno palesemente tradito quelle conquiste democratiche che – dal 1789 al 1945 – sono costate milioni di morti.

In questa sede, avendo a disposizione un tempo limitatissimo, cercherò di evidenziare solo gli aspetti principali di quello che è l’ “attentato” giuridico-costituzionale che questa UE ha compiuto ai danni della democrazia e delle Costituzioni di tutti gli Stati membri, Costituzioni sostanzialmente esautorate – nel loro contenuto - dai Trattati medesimi. Chiedo scusa se non potrò fornirVi - ora - elementi a base scientifica, ma per chi volesse approfondire l’argomento o trovare riscontro scientifico in quello che ho appena detto e che dirò di qui in avanti, potrà leggere il mio libro “IL MALE ASSOLUTO […]”.
Secondo quanto previsto, da ultimo, dal c.d. Trattato di Lisbona (una piccola premessa: non si è giunti a redigere un unico testo bensì si sono riformati sia il Trattato sull’Unione Europea che il Trattato che istituisce la Comunità Europea, e le regole ivi contenute sono volutamente incomprensibili), la funzione legislativa (vale a dire il potere legislativo, cioè quello di fare le leggi) è esercitata – nella sostanza - dal duo Commissione europea/Consiglio dell’Unione Europea (quest’ultimo detto anche Consiglio dei Ministri o semplicemente Consiglio). In pratica la Commissione - che esercita il potere esecutivo - ha anche la titolarità dell’iniziativa legislativa, cioè sottopone sia al Consiglio dell’UE che al Parlamento europeo le proprie proposte degli atti giuridici da adottare e, nella sostanza, il Consiglio adotta l’atto uniformando quasi sempre la sua posizione alla proposta della Commissione. Nella realtà, infatti, benché sia formalmente prevista una procedura legislativa consistente nell’adozione congiunta dell’atto da parte di Consiglio e Parlamento (che in passato era chiamata “procedura di codecisione”), quest’ultimo (cioè il Parlamento) è di fatto esautorato da quella che dovrebbe essere la sua “funzione naturale”, cioè l’esercizio della potestà legislativa (fare le leggi). L’aspetto drammatico è quello che sono morte milioni di persone perché si giungesse alla conquista del sacrosanto principio democratico che a fare le leggi fosse esclusivamente un’assemblea eletta direttamente dal popolo ed esercitante la sovranità popolare, ma, con l’avvento dell’Unione Europea, tale principio è stato quasi del tutto calpestato e tradito. La conquista democratica del binomio inscindibile “Parlamento eletto - Legge” ha quindi avuto attuazione attraverso le disposizioni contenute in ciascuna delle Costituzioni nazionali degli Stati membri dell’Unione, ma i Trattati dell’UE (per ultimo il Trattato di Lisbona) ne hanno – non solo sostanzialmente – evirato l’essenza! Il Consiglio dell’Unione Europea, infatti, è composto dai ministri di ciascuno degli Stati membri che il popolo non ha scelto direttamente (e che il più delle volte neppure conosce), e stesso discorso dicasi anche per la Commissione, un organismo potentissimo i cui membri non sono eletti da nessuno e che è composto – nonostante una modifica intervenuta in tal senso con il Trattato di Lisbona – da un cittadino per ciascuno Stato membro in rappresentanza dello Stato medesimo. 

Riassumendo questi concetti, è bene ricordare che la Commissione europea (esercitante sia il potere esecutivo che l’iniziativa legislativa) e il Consiglio dell’UE (esercitante la funzione legislativa), essendo entrambi composti da membri non eletti dai cittadini, sono quasi totalmente immuni dagli eventuali “scossoni” scaturenti dai processi elettorali. In tutto questo, che ruolo ha il Parlamento? Pur essendo l’unica Istituzione europea eletta direttamente dal popolo, e quindi alla quale sarebbe dovuta legittimamente spettare – come ci insegnano le conquiste democratiche costate milioni di morti – l’esercizio esclusivo della funzione legislativa, svolge sostanzialmente il ruolo di “assistente” alle decisioni del duo Commissione – Consiglio! Per di più, considerato che i due grandi partiti europei sono il PSE (Partito del Socialismo Europeo) e il PPE (Partito Popolare Europeo), in Parlamento v’è e vi sarà sempre la maggioranza assoluta per non bloccare le decisioni della premiata ditta Commissione – Consiglio! Capito l’inganno e il tradimento? Non è uno scherzo, la questione è proprio in questi termini! E non è finita qui: mentre la nostra Costituzione prevede che il Governo (al quale è affidato sia l’esercizio della funzione esecutiva che l’iniziativa legislativa) debba godere necessariamente della fiducia del Parlamento (altrimenti non può esercitare a pieno le sue funzioni ed è addirittura obbligato a dimettersi), in Europa non è così! Il Parlamento europeo, nella sostanza, non vota e non revoca la fiducia alla Commissione (e neppure al Consiglio), quindi la Commissione esercita la funzione esecutiva e l’iniziativa legislativa unicamente per volere di coloro che hanno scritto i Trattati e senza alcun controllo – neppure indiretto - da parte dei rappresentanti del popolo. Può sembrare una barzelletta, ma è esattamente la realtà! Il Parlamento europeo ha solo il diritto di eleggere (a maggioranza dei suoi membri) il Presidente della Commissione europea e, successivamente, di esprimere un “voto di approvazione” nei confronti della Commissione, voto che – da un punto di vista tecnico – non equivale affatto al voto di fiducia così come previsto dal nostro ordinamento costituzionale. Per quanto riguarda, invece, il voto di sfiducia, i Trattati prevedono una “mozione di censura” che, nella pratica, è volutamente inattuabile!
E’ pur vero che – nella forma - il Trattato di Lisbona prevede l’esercizio congiunto della funzione legislativa da parte di Consiglio e Parlamento, ma è altrettanto vero che – nella sostanza – il Parlamento europeo non esercita a pieno la funzione legislativa come invece avviene per tutte le assemblee legislative di ciascuno degli Stati membri. Il Parlamento europeo ha – di fatto - un misero ruolo di “compartecipe” o – come piace definirlo a me - di “notaio in differita”. A questo punto, visto che gli atti legislativi dell’UE (quantomeno il Regolamento) prevalgono sugli atti legislativi dei Parlamenti nazionali, non si può nascondere che la procedura di adozione dei primi è sicuramente di gran lunga meno democratica (e quindi meno garantista nei confronti delle minoranze) della procedura di adozione dei secondi. Delle due l’una: o chi ha scritto i Trattati era un ignorante, cosa che escludo a priori, oppure è stato portato a compimento un pianificato tradimento (per non dire di peggio) nei confronti dei principi democratici frutto di due Secoli di guerre, morti e distruzioni. 

All’interno del mio pamphlet precedentemente citato (“IL MALE ASSOLUTO […]”) ho analizzato tutte e quattro le fasi della procedura ordinaria di adozione degli atti giuridici europei (che non posso argomentarVi in questa sede altrimenti Vi annienterei di sonnolenza), i quali si pongono su di un livello superiore – nella scala gerarchica delle Fonti del diritto – rispetto alle leggi ordinarie approvate dai Parlamenti nazionali, e questo vuol dire che, quando si verifica un contrasto tra un Regolamento dell’UE ed una legge ordinaria approvata ad esempio dal Parlamento italiano, tra i due atti prevale il Regolamento comunitario, con la conseguente disapplicazione della norma di diritto interno, la quale è invece stata approvata con procedure democratiche e a garanzia delle minoranze dettagliatamente stabilite dalla nostra Costituzione, procedure che sono costate milioni e milioni di morti. Ciò detto, le Costituzioni degli Stati membri - benché formalmente ancora in vigore -, sono state sostanzialmente esautorate a vantaggio di un sistema del tutto antidemocratico e oligarchico!
Se i “professoroni” universitari di Diritto Costituzionale o di Diritto dell’Unione Europea non ammettono quanto ho argomentato sinora, mi spiace dirlo, sono anch’essi complici di quello che i Trattati dell’UE (quindi coloro che li hanno redatti, che li hanno sottoscritti e che ne hanno autorizzato la ratifica) hanno compiuto ai danni della democrazia e delle Costituzioni di ciascuno degli Stati membri dell’Unione. 

E che dire della moneta unica - l’Euro -, una moneta che gli Stati dell’eurozona devono chiedere in prestito alle banche private e alle quali devono successivamente e concretamente restituire, gravata di interessi, andandola a scippare ai cittadini attraverso sistemi giacobini di accertamento fiscale, tagli selvaggi allo Stato sociale e un livello di tassazione insostenibile. E ancora, che dire dello scellerato vincolo del pareggio di bilancio che il nostro Parlamento – unico tra le Assemblee legislative degli Stati firmatari del Fiscal Compact – ha inserito in Costituzione vanificando e tradendo lo spirito stesso della Repubblica delineato dall’art. 1 Cost., il quale, fondando la Repubblica sul lavoro, ammette esplicitamente la possibilità di indebitamento allo scopo di creare piena occupazione.
Ma all’Unione Europea, come si è visto, le Costituzioni nazionali danno molto fastidio, tant’è che ha volutamente provveduto a renderle inefficaci attraverso i Trattati. 
Ma non è solo questo. Visto che ho aperto una piccola parentesi sul problema rappresentato da questa moneta unica, non posso non citare una frase chiarificatrice pronunciata da Abraham Lincoln centocinquanta anni fa. E’ molto breve, ma rende un quadro chiarissimo su quella che è l’importanza per uno Stato di avere sovranità monetaria: “Il Governo non ha necessità né deve prendere a prestito capitale pagando interessi come mezzo per finanziare lavori governativi ed imprese pubbliche. Il Governo deve creare, emettere e far circolare tutta la valuta ed il credito necessari per soddisfare il potere di spesa del Governo ed il potere d’acquisto dei consumatori. Il privilegio di creare ed emettere moneta non è solamente una prerogativa suprema del Governo, ma rappresenta anche la maggiore opportunità creativa del Governo stesso. La moneta cesserà di essere la padrona e diventerà la serva dell’umanità. La democrazia diventerà superiore al potere dei soldi”. Queste parole furono pronunciate da Lincoln nel 1865. Quello stesso anno venne assassinato.

È dunque giunta l’ora che il popolo si svegli, che prenda coscienza e che ponga le basi per dare vita – concretamente - ad una nuova Europa, un’Europa dei Popoli! Quella che abbiamo visto sinora è l’Europa della mistificazione, dell’ipocrisia, della finanza speculativa, degli interessi delle multinazionali, della moneta unica presa a prestito dalle banche private; è l’Europa dei parametri assurdi, del Fiscal Compact, del mercato e non del lavoro (che sono due cose ben diverse); quella di oggi è l’Europa che vuole essere competitiva non attraverso la leva della svalutazione monetaria, bensì attraverso il crimine della svalutazione dei salari e dell’occupazione; questa è l’Europa del superamento dei diritti, della Troika, dei veti alle libertà e del tradimento della democrazia!
Ricordiamoci che la libertà non la si toglie mai tutta d’un botto, la si esautora poco per volta (attraverso una pianificata sistematicità di atti) e spesso con l’incosciente benestare delle vittime. 
Cosa aspettiamo, dunque, ad indignarci? Non possiamo più continuare ad assistere inermi alla costante e progettata ramificazione del “Pensiero Unico Dominante”!

Italia, sii degna delle parole che un ragazzo di 22 anni ha scritto nel Tuo Inno! DESTATI!


Avv. Giuseppe PALMA


Dati del relatore: 
Avv. Giuseppe PALMA del foro di Brindisi (nato ad Ostuni il 10.11.1978), collaboratore dello studio legale dell’Avv. Vetullio Mussolini del foro di Milano, con studio in Milano alla via Francesco Nava n. 17. Telefono mobile: 366-27.57.061; telefono fisso: 02-69.90.08.33; e-mail: avv.palmagiuseppe@libero.it
Twitter: @GiuseppePalma78 
Facebook: https://www.facebook.com/giuseppe.palma.3192?ref=ts&fref=ts

N.B.: per avere un riscontro scientifico alle argomentazioni ut supra sommariamente esposte, è possibile consultare il mio ultimo pamphlet intitolato: “IL MALE ASSOLUTO. Dallo Stato di Diritto alla modernità Restauratrice. L’incompatibilità tra Costituzione e Trattati dell’UE. Aspetti di criticità dell’Euro” – Editrice GDS, Vaprio d’Adda (MI), ottobre 2014. Disponibile sia in formato cartaceo che in formato e-book. 





Per ragioni di praticità, si consiglia l’acquisto e la lettura dell’e-book, disponibile in tutte le librerie on-line.

Non è la prima volta che lo faccio e consiglio di nuovo la lettura del pamphlet 

buona vita amici.







;-)