sabato 14 febbraio 2015

i peggio casi psichiatrici delle elites


LETTERE, SFOGHI, SUNTI...




Dal blog orizzonte48 un utente Bazaar posta questo sunto della situazione storica internazionale. Spettacolare, chi è in grado di descrivere questo orrore con tale maestria?


Riassumendo:

i peggio casi psichiatrici delle elites europee vanno, nel frattale precedente, dai nuovi padroni d'Occidente. Non molto intelligenti ma con risorse tali da comprare tutto il cervello che gli manca.

L'obiettivo è quello che hanno tutti i bimbetti da sempre: la conquista del mondo.

(e magari ripristinare l'ordine naturale della società come previsto nelle fiabe cruccomanne...).

Estasiati, i simpatici anglofoni sgrammaticati, con i piedoni sulla scrivania e il perenne ditino nel naso, cominciano a stampare verdoni per il progetto degli United States of Europe. (I laburisti britannici si mettono di traverso, ma, che il nome del nuovo mercato senza consumatori fosse nella nobile lingua d'oltremanica, rimane indubbio sino ai giorni nostri).

Gli homini-hamburger cominciano a fare checklist di qualsiasi operazione umana e animale (in quelle regioni spesso molto simili), ipotizzano qualsiasi scenario catastrofico in cui far sopravvivere almeno un Mad Max e una Jena Plissken (chiaramente con excel), e raccolgono meticolosamente statistiche di qualsiasi genere del creato dal 1492, l'anno in cui l'ingegneria genetica ha dato alla luce Adam & Eve (la maggior parte di queste statistiche finisce nelle trasmissioni sportive per trovare qualcosa di interessante nel baseball).

I padroni del mondo!

C'è solo un problema: ci sono, per ogni marine geneticamente modificato, un russo incazzato come un orso bruno dai tempi di Aleksandr Nevskij, e un corpo d'armata di cinesi.

Quindi la strategia rimane sempre la stessa: infarcisci di wurstel ed etnocentrismo i cruccomanni e dici loro che devono trovare il loro Lebensraum. Lo vuole la loro gloria di impero mai nato e constantemente perdente .


Il cruccomanno, una volta programmato, non si ferma finché non gli togli le batterie: «Ya esekuireortini» ...e falcia qualsiasi forma di vita che non si adegui a portare i calzini con i sandali.

Dopo che ha finito il lavoro sporco, che più sporco non si può - detto lordoliberismo - il suo dante causa (i padroni del mondo!) punta il riflettore al cruccomanno e gli dice: Freedom, Democracy, Brotherhood!! Ora ti faccio reflazionare io! Rade al suolo Colonia, produce una sequela di movie sugli orrori della cruccomania e procede ad un programma di decruccomanizzazione mentre, contestualmente, arruola i peggio casi psichiatrici per il futuro frattale...

I nuovi e vecchi liberatori (i padroni del mondo!) spostano ancora un po' le proprie frontiere ad est, e si trovano già a disposizione l'ordine sociopolitico di loro gradimento.

Insomma, le Riforme le fanno materialmente le sinistre europee sotto il rullo compressore tedesco, ma le vogliono le estreme destre americane con gran gioia delle elites vassalle.


Ogni tanto mi chiedo quale sia la differenza tra cinica astuzia e vigliaccheria.

I link li ho aggiunti io... così per fare!!




italiani "brava gente"


;-)

giovedì 12 febbraio 2015

...è il fiore sorto dal profondo di un terreno coltivato di morti e sangue



COSTITUZIONI NAZIONALI €' SANGU€ VERSATO


siamo stati traditi

Oggi posto il regalo del Prof. Giuseppe Palma, un estratto del suo libro "Il Male assoluto".
Personalmente letto e continuo a consigliarlo a tutti quelli che vogliono come me,  avere una visione più chiara di quanto sta accadendo oggi a tutti noi, facenti parte del "progetto U€"

Giuseppe Palma:

"La maggior parte delle Costituzioni nazionali degli Stati membri dell’Unione Europea sono nate dopo la Seconda Guerra Mondiale, e sono il frutto del sangue versato da ciascun popolo durante circa sei anni di crimini ed atrocità di cui l’Umanità è ancora oggi scossa e provata. Tra queste Costituzioni c’è anche la nostra (elaborata ed approvata da un’Assemblea Costituente eletta direttamente dal popolo), la quale nasce sia come reazione a circa vent’anni di fascismo, sia come reazione all’occupazione tedesca. E’ tuttavia un’argomentazione approssimativa quella di considerare la nostra Costituzione come mera espressione di reazione a quanto predetto; ritengo, infatti, che le radici della nostra Carta fondamentale dello Stato siano molto più antiche, tant’è che nel mio ultimo libro 

IL MALE ASSOLUTO. Dallo Stato diDiritto alla modernità Restauratrice […]” – (Editrice GDS, 2014) ho scritto:

“[…] la nostra Costituzione è frutto non solo della lotta al nazi-fascismo (argomentazione fin troppo riduttiva), ma è anche il risultato di ben due secoli di lotte e sofferenze, è il fiore sorto dal profondo di un terreno coltivato di morti e sangue, il riflesso degli ideali e delle lotte che vanno dai primi moti rivoluzionari del 1820-21 alla fine della Seconda Guerra Mondiale, è il prodotto del sangue sgorgato dal petto di Goffredo Mameli e della sofferenza patita da Giuseppe Mazzini, è la proiezione dei versi del Marzo 1821 di Alessandro Manzoni e delle parole de La Leggenda del Piave di Giovanni Ermete Gaeta, è l’eredità del sangue versato durante la Grande Guerra dai Ragazzi del 99’ e delle preghiere di tutte le madri che durante l’occupazione tedesca affidavano le anime dei propri figli a Dio … la nostra Costituzione nasce quindi da un urlo antico, forse ancor più antico di quanto ho premesso, tant’è che sono convinto che bisogna ricercare le nostre radici comuni di resistenza all’oppressione addirittura nel momento in cui Roma cade sotto le spade dei barbari! Un autentico grido di dolore che un intero popolo vede terminare con l’entrata in vigore della Costituzione repubblicana del 1948. Questa, e non altro, è la nostra Costituzione!”. Non potendo in questa sede, per ovvi “limiti editoriali”, sviluppare a pieno l’intero argomento del rapporto tra i Trattati dell’UE e la nostra Costituzione, mi limiterò a riportare solo un esempio, cioè quello dell’esercizio della FUNZIONE LEGISLATIVA (ossia il potere di fare le leggi) a livello europeo, e quindi – molto in breve – il rapporto tra la produzione legislativa sovranazionale e quella nazionale. Premessa. Un numero elevato di esseri umani deceduti nel periodo che va dalla Rivoluzione francese alla Seconda Guerra Mondiale (passando dai moti rivoluzionari dell’Ottocento), sono morti anche per questo motivo: assegnare ad un Parlamento eletto direttamente dal popolo il potere esclusivo di esercitare la funzione legislativa, cioè il potere esclusivo di fare le leggi! Bene. Se in Francia la Rivoluzione partorì la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino (1789) e la Costituzione del 1791 (ed entrambe andavano in questo senso), in Italia – dopo i moti del 1848 – il regno di Sardegna concesse lo Statuto Albertino (anch’esso assegnava la funzione legislativa al Parlamento), mentre a Roma – nel 1849 – accadde qualcosa di più grande: la Repubblica Romana di Mazzini concepì una Carta fondamentale dello Stato che sarà la Madre morale e giuridica della nostra Costituzione vigente. La Costituzione della Repubblica Romana fu discussa ed approvata (sotto il cannoneggiamento francese) da un’Assemblea Costituente democraticamente eletta a suffragio universale e diretto, e in essa era previsto che l’esercizio della funzione legislativa dovesse spettare unicamente ad un’Assemblea eletta dal popolo a suffragio universale e diretto. Arriviamo quindi alla nostra Costituzione vigente (quella entrata in vigore il 1° gennaio 1948), la quale, riprendendo idealmente la Costituzione della Repubblica Romana, prevede nella sua Parte II che l’esercizio della funzione legislativa spetti esclusivamente ad un Parlamento eletto dal popolo a suffragio universale e diretto (fatta eccezione per i casi del decreto legge e del decreto legislativo – di competenza del Governo – che comunque si collocano in una cornice fiduciaria tra potere legislativo ed esecutivo), in un sistema di bicameralismo perfetto (cioè un progetto o un disegno di legge che vogliano diventare legge, devono essere approvati nel medesimo testo sia dalla Camera dei deputati che dal Senato della Repubblica)… Questa, molto in breve, una delle conquiste democratiche costate centinaia di milioni di morti… Riepilogando quanto sopra premesso, e prendendo ad esempio il nostro ordinamento costituzionale, uno degli elementi più importanti sotto l’aspetto dell’esercizio della funzione legislativa è il seguente: perché un progetto o un disegno di legge diventino legge (e quindi producano effetti giuridici), oltre a dover superare il doppio passaggio parlamentare (il cosiddetto bicameralismo paritario), devono percorrere una procedura democratica dettata a tutela delle minoranze, così come stabilito dagli artt. 70 e segg. della Costituzione… In pratica, perché i cittadini italiani siano destinatari dell’applicazione di norme giuridiche (le leggi), queste devono essere esclusiva espressione della volontà di un Parlamento eletto direttamente dal popolo, in modo tale che quest’ultimo abbia un controllo di natura elettorale e politica sul Parlamento stesso… e per come è scritta la nostra Costituzione, le procedure di adozione delle leggi garantiscono ampiamente anche le minoranze. Infine, una volta terminato l’iter di formazione delle leggi, queste sono sottoposte alla promulgazione del Presidente della Repubblica, il quale può esercitare la facoltà del rinvio al fine di chiedere alle Camere una nuova deliberazione. Non contenta, l’Assemblea Costituente introdusse anche un controllo postumo sulle leggi e sugli atti aventi forza di legge, assegnando alla Corte Costituzionale il potere di giudicare sulla conformità di una legge – o di un atto avente forza di legge – al dettato costituzionale. Non è un caso, infatti, che la nostra Costituzione sia definita la più bella e la più democratica del mondo; ma una meraviglia del genere (al pari di tutte le Costituzioni degli Stati membri dell’UE) dava e da fastidio al nuovo Ancien Régime rappresentato da questa Unione Europea. I Trattati dell’UE (quindi dal Trattato di Maastricht in poi) hanno – di fatto – sospeso l’efficacia delle Costituzioni degli Stati membri dell’Unione, e in primis hanno reso inefficace il sacrosanto principio che la funzione legislativa spetti esclusivamente ad un Parlamento eletto direttamente dal popolo. Infatti, come previsto – da ultimo – dal cosiddetto Trattato di Lisbona (che non è un unico Trattato ma è un’accozzaglia di norme incomprensibili e scoordinate tra di loro con le quali si sono riformati due precedenti Trattati), la funzione legislativa a livello europeo non spetta più al solo Parlamento, bensì congiuntamente a due organi, vale a dire al Consiglio dell’UE (altrimenti detto Consiglio o Consiglio dei Ministri, un organismo non eletto dal popolo e composto – a livello ministeriale – da un membro per ciascuno Stato membro) e al Parlamento europeo (composto da deputati eletti direttamente dai cittadini di ciascuno degli Stati membri dell’UE), ed entrambi la esercitano (cioè fanno le leggi europee) in una procedura congiunta di adozione dell’atto giuridico dell’Unione. Fin qui, almeno apparentemente, non ci sarebbe nulla di eccessivamente preoccupante, e invece adesso capirete come la democrazia è stata tradita e calpestata dai Trattati europei. Attraverso diverse pronunce susseguitesi nei decenni da parte della nostra Corte Costituzionale (che con gli anni è diventata uno strumento di potere al servizio della dittatura oligarchica dell’UE), gli atti giuridici dell’Unione Europea (mi riferisco in questo caso specifico al Regolamento dell’UE) sono direttamente applicabili in ciascuno degli Stati membri, e, in caso di contrasto tra un Regolamento dell’UE e una legge approvata da ciascun Parlamento nazionale, il primo (cioè il Regolamento) prevale sulla norma di diritto interno, cioè sulla legge nazionale. In altre parole, le Fonti del diritto europeo derivato (Regolamenti, Direttive etc…) si collocano – nella scala gerarchica delle Fonti del Diritto – su di un livello superiore rispetto alle leggi e agli atti aventi forza di legge approvati da ciascun Parlamento nazionale, quindi le leggi nazionali (cioè quelle approvate secondo le procedure democratiche previste ad esempio dalla nostra Costituzione), di fronte ad un contrasto con gli atti giuridici dell’UE, devono essere disapplicate direttamente dal giudice nazionale, cioè perdono di efficacia ad esclusivo vantaggio della normativa europea (approvata come vedremo più avanti). Per di più il Regolamento dell’UE, perché produca i suoi effetti giuridici direttamente vincolanti in ciascuno degli Stati membri dell’Unione, non necessita né di una ratifica (come avviene invece per i Trattati internazionali) né di alcuna procedura di recepimento da parte dei Parlamenti nazionali (come avviene ad esempio nel caso delle Direttive). Come ho scritto pocanzi, gli atti giuridici dell’UE (che, ripeto, superano le leggi nazionali) sono adottati dal Consiglio dell’UE e dal Parlamento europeo attraverso una procedura congiunta di adozione dell’atto. Questa procedura congiunta (limitandomi a spiegare brevemente solo quella ordinaria) è composta di quattro fasi (tre più quella dell’eventuale conciliazione che rappresenta la terza fase). In pratica, accade questo: la Commissione europea (un organo potentissimo non eletto e che esercita il potere esecutivo, quindi rappresenta il Governo dell’UE) presenta sia al Consiglio dell’UE che al Parlamento europeo le proposte degli atti giuridici da adottare. A questo punto (facendola molto breve perché le quattro fasi della procedura ordinaria sono difficilissime da spiegare in poche righe) il Parlamento europeo, per poter presentare emendamenti alle proposte della Commissione o eventualmente respingere o emendare le posizioni del Consiglio, necessita (in ogni caso) di un voto della maggioranza dei suoi componenti, cioè il Parlamento europeo ha il potere di emendare una proposta della Commissione o respingere la posizione espressa dal Consiglio solo con un voto a maggioranza assoluta dei suoi membri (50% + 1 dei componenti l’Assemblea)! Pazzesco, ma è così! E non è finita qui. Qualora la seconda fase della procedura ordinaria si concluda con un nulla di fatto, i Trattati prevedono una terza fase (cosiddetta di conciliazione) dove pochissimi membri del Consiglio dell’UE e del Parlamento europeo si siedono attorno ad un tavolo per mettersi d’accordo sul contenuto dell’atto giuridico da adottare; atto che (se trattasi di un Regolamento) sarà direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri, senza alcuna ratifica né recepimento da parte dei Parlamenti nazionali! Se questa non è Oligarchia allo stato puro, ditemi che cos’è! Ciò detto, la funzione legislativa dell’UE (che come abbiamo visto incide direttamente sulla vita di tutti i cittadini europei e supera il frutto della funzione legislativa degli Stati membri) è esercitata congiuntamente da un Parlamento eletto direttamente dai cittadini di ciascuno Stato membro (che però, per “dire la sua”, deve necessariamente esprimersi a maggioranza assoluta dei suoi membri, e, semmai avesse l’indipendenza di “ribellarsi”, lo si fa sedere a tavolino nella segrete stanze) e da un organo – il Consiglio dell’UE – non eletto da nessuno e composto dai ministri di ciascuno Stato membro competenti per materia. Per quanto concerne, invece, l’iniziativa legislativa (cioè il potere della proposta degli atti giuridici da adottare), essa è esercitata dalla Commissione europea (il Governo dell’Unione, composto da soggetti non eletti e nominati da ciascuno degli Stati membri): a tal proposito qualcuno potrebbe obiettare che pure la Costituzione italiana assegna l’iniziativa legislativa anche al Governo (il quale può presentare alle Camere propri disegni di legge), ma il Governo italiano è legittimato ad esercitare le sue funzioni solo ed esclusivamente dopo aver ottenuto un voto di fiducia (per appello nominale) da parte di entrambi i rami del Parlamento. In Europa, invece, non è esattamente così: la Commissione europea non è destinataria di un vero e proprio voto di fiducia da parte del Parlamento europeo, infatti quest’ultimo elegge il Presidente della Commissione a maggioranza assoluta dei suoi membri (tenendo ovviamente conto del risultato delle elezioni europee), ma solo dopo mesi esprime un voto di approvazione nei confronti dell’intera Commissione, voto che non equivale – tecnicamente – ad un voto di fiducia come quello che conosciamo noi nel nostro ordinamento costituzionale. Medesimo discorso va fatto anche per un eventuale “voto di sfiducia”, che i Trattati definiscono “mozione di censura”, la quale può essere, sì, votata dal Parlamento europeo nei confronti della Commissione (e produce l’effetto delle dimissioni di quest’ultima), ma nella pratica è del tutto irrealizzabile perché occorre che la mozione stessa sia approvata dalla maggioranza dei 2/3 dei voti espressi dall’aula, sempre che il risultato non sia inferiore alla maggioranza dei membri che compongono il Parlamento! Tutto ciò premesso, appare dunque evidente come i Trattati dell’UE abbiano svuotato non solo le Costituzioni degli Stati membri, ma anche il Parlamento europeo, il quale non solo non esercita a pieno la funzione legislativa che è propria di un’Assemblea eletta direttamente dal popolo (principio costato centinaia di milioni di morti), ma non vota e non revoca – nella sostanza – la fiducia alla Commissione! Ciò detto, il sangue versato dalla Rivoluzione francese in avanti è stato vergognosamente tradito e calpestato da questa UE e dai suoi Trattati. Era la fine del 1997, e avevo da pochi mesi iniziato a frequentare il primo anno di Giurisprudenza all’Università di Lecce. Ricordo – come se fosse ieri – che il mio professore di Diritto Costituzionale diceva sempre che la nostra Costituzione è la Madre delle Fonti del diritto, e che anche i Trattati europei (nello specifico le leggi di autorizzazione alla loro ratifica approvate dal nostro Parlamento) le debbono essere conformi. Lascio al lettore ogni libero commento!   E’ dunque giunta l’ora che il popolo si svegli e prenda coscienza!"



grazie Avv. :-)


leggete e diffondete


martedì 10 febbraio 2015

Sgarbi e Borghi contro €


L'€ € L€ SU€ VITTIM€ SACRIFICALI



Sgrarbi vs Brambilla




Borghi vs Brambilla





avviso al P.U.D.€ il Brambilla non è più opzionabile da parte vostra, a meno che vogliate farci vincere facile







guerre di propaganda €rista


:-)

GR€XIT??...sopprimere la democrazia nel nostro paese.


DISCORSO INSEDIAMENTO PRESIDENTE PARLAMENTO GRECO ZOE KONSTANTOPOULOU




Signore e Signori Deputati, Signore e Signori colleghi, vi parlerò con sincera chiarezza che si richiede dall'onore e dalla responsabilità che mi avete assegnato ma anche dall'onore e dalla responsabilità della fiducia che hanno assegnato i nostri concittadini ad ognuno di noi.
Siamo qua non perché l'ha voluto la sorte, ma perché l'abbiamo scelto, perché siamo stati scelti ed eletti dai cittadini di questo paese, dal popolo del nostro paese che è in grande difficoltà e che lotta per dignità, giustizia, uguaglianza, democrazia e libertà. Per valori sono stati conquistati con il sangue, con sacrifici, con lotte che sono indelebilmente incise nella storia di questo luogo. Valori che oggi si stanno mettendo in dubbio e vengono ridotti in maniera del tutto disprezzante. Il Parlamento greco non è solo l'istituzione più alta della democrazia del nostro paese è anche la manifestazione incarnata della sovranità popolare, l'espressione della volontà del popolo e lo scudo dell'indipendenza e della sovranità popolare. La nostra elezione al parlamento non ci promuove in una posizione di potere ma ci pone al fronte di responsabilità. Perché essendo eletti in questa istituzione nazionale, non esistiamo più per noi stessi ma incarniamo la grande forza della democrazia parlamentare di cui ogni potere proviene dal popolo, esiste per il popolo  e viene applicato in linea con la Costituzione,  insieme al popolo.  Ieri in una seduta storica del Parlamento, sono stati usati per la prima volta nella snostra storia giuramento sia religioso che politico. Il contenuto del giuramento, qualsiasi dei due modi ognuno di noi abbia scelto, è stata la devozione alla nazione e alla democrazia, il rispetto alla costituzione e la realizzazione corretta dei nostri doveri e il contenuto di questo giuramento significa molto di più di una rassicurazione. Significa che ognuno di noi attraverso il proprio esempio, le proprie iniziative, la propria partecipazione , ma anche con la propria critica, la propria obiezione, l'opposizione attiva, ha il dovere reale di difendere i diritti di ogni singolo individuo che vive in questo paese e che si trova sotto le nostre responsabilità e di garantire la posizione internazionale del nostro paese, paese che è membro storico e a pieni diritti dei vari organismi internazionali europei e dell'UE. Il Parlamento di oggi, il primo parlamento dopo l'insediamento dei memorandum e dei pacchetti di austerità è chiamato insieme al popolo greco, a scrivere la storia, e a dimostrare che la democrazia e la sovranità popolare continuino essere un valore non negoziabile, in Europa e nel mondo, e che non sono suddite a interessi che siano contrari al benessere del popolo. Voglio ringraziare il Premier e il Gruppo Parlamentare di Syriza che mi hanno onorata con questo ruolo di grande responsabilità e anche il gruppo Greci Indipendenti, alleati di Governo, che hanno sostenuto questa scelta. Voglio ringraziare il Presidente uscente del Parlamento che in modo corretto e istituzionale ha preso l'iniziativa di un procedura sostanziale di consegna e di informazione che ha avuto inizio già dalla settimana scorsa e che avrà seguito. Ringrazio però anche il vice-Presidente che ha svolto e presidiato con responsabilità e successo la seduta storica di ieri e quella di oggi. Ringrazio inoltre gli altri gruppi parlamentari che hanno votato a favore della mia elezione, ma anche tutti coloro che hanno partecipato, anche se hanno dato voto diverso, perché la partecipazione è prima di tutto garanzia e indice di processi democratici. La partecipazione globale che sta accadendo in queste sedute iniziali devono essere un nostro impegno comune per un nuovo paradigma di un parlamento vivo e attivo che lavora, legifera , controlla e ottiene il riconoscimento e il rispetto della società civile, e con deputati attivi strumenti della democrazia parlamentare e non meri attori di applausi per decisioni del governo o dell'opposizione con le commissioni in luoghi di procedure sostanziali di legislazione aperte alle società e di miglioramento per i decreti presentati, con l'incoraggiamento e l'ampliamento della partecipazione popolare, attraverso il rafforzamento dell'attività legislativa e l'invito e l'audizione di comitati e di attivi cittadini e anche attraverso nuove procedure e processi per azione legislativa e controllo governativo da parte della società civile, per le quali saranno proposte modifiche al regolamento del parlamento. 
Al Parlamento di questa legislatura dovrà funzionare il controllo parlamentare che non è soltanto un strumento di controllo dell'opposizione parlamentare, ma è anche strumento sociale sull'operato del Governo, e sono certa che il primo a garantire questo sarà, il Premier e i ministri, che dovranno presenziare ai lavori e rispondere alle interrogazioni e alle domande di tutti i deputati, ognuno dei quali rappresenta la nazione.
Al Parlamento di questa legislatura non dovranno essere ripetute forme di abuso degli strumenti legislativi, come ad esempio l'uso eccessivo delle "modalità d'urgenza" dei decreti e degli emendamenti.  Per quanto mi riguarda, nel mio ruolo di Presidente del Parlamento, non saranno accettate richieste di urgenza, emendamenti fuori tempo massimo o non relativi ai decreti in questione e nemmeno decreti di centinaia di pagine, senza strutturazione, atti legislativi che non siano in linea con i principi della Costituzione. Costituisce mio impegno l'applicazione da parte di questo parlamento dei principi della buona legislazione, così come sono previsti nel diritto interno nonché in quello extra-legislativo. Confido pienamente che saranno sostenitori di questa linea, prima di tutto il Governo e i Gruppi Parlamentari che lo sostengono in rispetto alle battaglie che abbiamo tutti svolto alle ultime legislature contro queste pratiche e contro emendamenti ad personam che hanno macchiato la nostra storia parlamentare, costituisce mio impegno la protezione della dignità dei dipendenti del parlamento contro pratiche di ingiustizia e di mancanza di meritocrazia ma anche contro la loro demonizzazione, pur di attivare automatismi sociali. I dipendenti del Parlamento non sono capri espiatori di nessun potere e devono lavorare in un ambiente che garantisce a loro rispetto e riconoscimento del loro operato in modo meritocratico e trasparente e con regole che saranno conosciute e rispettate da tutti. Di rispetto tuttavia, sono degni a che tutti i deputati, nello svolgimento del loro dovere, che dovrà essere loro facilitato attraverso condizioni dignitose di lavoro all'interno del Parlamento. Farò un esempio di esperienza personale, questo della Commissione sulla vicenda di altissima importanza della lista Lagarde. Per sei mesi i Deputati di Syriza e non solo, abbiano partecipato in questa Commissione dalla mattina alla notte senza la disponibilità di un luogo dedicato per òe sedute e nemmeno di uno per il deposito di migliaia di documento relativi, i nostri collaboratori ci aspettavano per ore infinite alla scalinata fuori le aule. Nello stesso modo, i Parlamentari vengono invitati a contribuire alla immensa responsabilità del loro lavoro di legislatori e di controllori dell'operato del Governo, allo stesso momento, gran parte del palazzo del parlamento è presidiato da persone che non hanno nessun ruolo e mandato di legiferare
Voglio essere chiara la priorità di questa legislatura sarà quella di garantire i presupposti che permetteranno a tutti i deputati di studiare  i decreti e partecipare in modo uguale e attivo all'azione parlamentare e, questo sarà un criterio per la scelta della distribuzione dei luoghi di lavoro all'interno del parlamento e per la tempistica degli atti parlamentari che garantirà il funzionamento democratico dell'azione parlamentare. Arrivo ora alla questione di trasparenza. Il Parlamento non può essere una lavatrice di scandali o un cimitero di reati penali.  L'esame dei casi che si sono trasmessi dalla magistratura al parlamento e che rimangono nei cassetti per mesi o anni, senza essere nemmeno discussi, è un obbligo DEMOCRATICO BASILARE. Mi rivolgo a TUTTI i Parlamentari, in quanto sono portavoce del popolo e vi invito a contribuire allo scopo di metter fine a questa situazione vergognosa di trattamento privilegiato verso alcuni, fenomeno che ha pesantemente infestato la reputazione del parlamento greco. É indispensabile che il parlamento garantisca sia attraverso le commissioni relative esistenti sia con la costituzione di altri organi necessari con la relativa modifica del Regolamento – la legalità, la trasparenza e l’esame di tutti casi in sospeso, chiunque sia la persona coinvolta, sia che si tratti di personaggi politici, parlamentari o governativi che di rappresentanti di interessi finanziari o di corruttori imprenditoriali, come ad esempio nel caso della SIEMENS o degli armamenti. Non dobbiamo inoltre scordare che questioni del genere riguardano anche impegni internazionali di altri paesi, in linea con i regolamenti internazionali contro la corruzione, e che il nostro paese non è rimasto privo di strumenti legali per ridare legalità e verità, nonché per rilevare reati. Questi regolamenti e obblighi internazionali li conoscono anche i membri di governi di altri paesi ed è dunque infondata la dichiarazione di ieri del Ministro tedesco di Economia e Finanza che ha dichiarato che ogni paese ci pensa solo  e soltanto ai propri affari. Il nostro paese e il nostro popolo sono stati vittime di corruzioni di alti livelli e di larga estensione che non si delimitano soltanto all’interno delle nostre frontire nazionali. È obbligo anche di tutti i paesi europei quello di contribuire per ripulire le situazioni COLLETTIVE della nostra casa europea. A livello di trasparenza, il messaggio di un’informazione globale, qualitativa e obiettiva deve essere trasmesso dal canale televisivo del parlamento. Allo stesso memento, è di importanza vitale l’accesso dei cittadini all’informazione globale sull’attività parlamentare la quale è massiccia ma anche sottovalutata per via di pratiche che mettono la priorità a operati extra-parlamentari rispetto a quelli dell’azione politica. Dalla parte del parlamento, ci sarà organizzazione e strutturazione dell’informazione ufficiale e spero che questo aprirà una nuova pagina all’informazione parlamentare. Ora passo all’attività più importante e cruciale della precedente legislatura per la quale tutti i deputati di quella legislatura possano essere fieri: la costituzione della Commissione per la rivendicazione dei rimborsi alla GERMANIA  (AI DANNI DELLA II WW). Dopo l’iniziativa di Manolis Glezos e gruppo parlamentare di Syriza ma anche con la decisione unanime di tutti i gruppi parlamentari, è stata costituita questa Commissione e ha lavorato in modo eccellente ma che non ha potuto completare il suo operato per via delle elezioni anticipate. In questa nuova legislatura, questa Commissione per i rimborsi tedeschi sarà formata di nuovo e in tempi velocissimi e le sarà dato valore ulteriore per poter rivendicare, coon il nostro dovere parlamentare, in modo efficiente il nostro credito morale, storico ed economico, relativamente alle vittime delle atrocità naziste, alle catastrofi nazionale, alla restituzione del prestito forzoso dei tempi della guerra e dell’occupazione, e per la restituzione dei nostri tesori archeologici rubati. Come Presidente, mi assumerò la responsabilità e intraprenderò tutte le iniziative necessarie affinché questo debito, che sopravvive da oltre 70 anni, venga rimborsato. E sarà un piacere e un onore se contribuiranno a questo obiettivo storico tutti i gruppi parlamentari. Inizitive simili saranno intraprese per un contributo attivo e sostanzioso da parte del Parlamento greco alla promozione della richiesta per la cancellazione di gran parte del debitoe per lo sviluppo e il superamento della crisi umanitaria che sta colpendo il nostro popolo e per il suo sollievo. La procedura parlamentare non è una procedura con fini a sé stessa. È uno strumento prezioso che deve essere attivato sia al livello della presidenza del parlamento che a quello delle Commissioni su affari internazionali e delle Commissioni su amicizie con altre nazioni alle quali partecipano tutti deputati in modo tale che la richiesta dello stato greco di una risoluzione giusta per il nostro popolo di diminuzione del debito e di moratoria dei pagamenti di rate, diventerà una campagna parlamentare attiva che sarà basata sull’informazione degli altri parlamenti e anche popoli europei che già si attivano con solidarietà verso il nostro popolo. Il Parlamento dovrà anche essere ri-collegato con la Cultura, con la Scuola e con i giovani e per questo scopo ci sarà attivazione dell’operato del Parlamento. A proposito dei giovani, mi sento in obbligo di ricordare che circa centomila ragazzi e ragazze 18enni non hanno votato alle ultime elezioni anche se ne avevano il diritto. Questo non può essere ripetuto! I deputati di questo parlamento rappresentano anche questi cittadini e dobbiamo garantire che i più giovani elettori non saranno mai più esclusi dal processo elettorale. Signore e Signori Deputati e Signori colleghi, in questa aula ci sono persone che iniziano ora per la prima volta questo bel viaggio e grande missione e ci sono persone che vi avevano già partecipato. Da ognuno di noi dipende se riusciremo a scrivere le pagine più importanti e più preziose della storia parlamentare contemporanea, in queste circostanza in cui la società pone le sue speranze su di noi ma anche si attiva e si movimenta avanzando richieste. La storia viene scritta dai popoli quando essi sperano, mettono in dubbio, lottano, pretendono. La storia viene scritta anche dalle forze politiche e dai rappresentanti del popolo,  dai parlamenti, quando sono all’altezza delle loro responsabilità e si alzano come un muro per la protezione della società civile. I riflessi democratici del nostro popolo sono attivi e si si esprimono sempre più chiaramente, con riferimenti cristallini alle lotte storiche del nostro popolo, della resistenza nazionale, della sinistra, del movimento studentesco, della lotta contro la dittatura, dei movimenti sociali. Sempre più persone si accorgono di non vole vivere la propria vita da sudditi e nemmeno lasciare ai propri figli l’eredità di una nuova schiavitù finanziaria. Le persone sono tornate a sorridere negli ultimi giorni, ri-acquisiscono la loro tenacia, la loro autostima, la loro dignità, pretendono di far parte della Storia e no essere meri spettatori, e si radunano alle piazze manifestando per valori umani, come hanno fatto ieri sera migliaia di cittadini ad Atene ma anche in altre capitali europee. L’Europa intera, il globo intero sta guardando la Grecia con speranza. Perché sanno che il riconoscimento della giustizia e il sollievo del popolo greco sarà una vittoria delle persone contro i regimi finanziari e le nuove dittature delle banche mercati che mirano a sostituire la democrazia. Il Parlamento greco, di fronte alle provocazioni storiche, che abbia come guida l’articolo concludente della Costituzione: l’aricolo 120, che dice oggi la stessa cosa che diceva prima l’articolo 114, che era stato guida alle lotte democratiche del passato: “ Il rispetto alla Costituzione e alle leggi che siano in linea con essa e la devozione alla nazione e alla democrazia costituiscono un dovere fondamentale di tutti i cittadini greci. L’ osservanza della Costituzione viene assegnata all’amore per la patria dei cittadini greci che hanno il diritto e il dovere di resistere con ogni mezzo contro chiunque tenda a sopprimerla con forza”. Questo patriottismo costituzionale, istituzionale e democratico, della quale è storicamente ricca la società greca, e quale è costituzionalmente garantito al parlamento greco, che sappia che lo dovrà affrontare chiunque possa tentare di ricattare il nostro popolo e di sopprimere la democrazia nel nostro paese.

Vi ringrazio.










IL DISCORSO DI INSEDIAMENTO 06.02.15












un vero messaggio di speranza per tutti i popoli europei


:-)