"Ancora oggi io spendo il mio tempo a convincere i miei compatrioti che la nazione nel suo insieme sarebbe senza dubbio più ricca se gli uomini e le macchine disoccupate fossero adoperate per costruire le case di cui si ha tanto bisogno, che non se essi sono mantenuti nell'ozio."
J.M.Keynes (1933)
viaggio nel passato, nel presente e nella futura visone della società €uropea
Dal blog orizzonte48 un utente Bazaar posta questo sunto della situazione storica internazionale. Spettacolare, chi è in grado di descrivere questo orrore con tale maestria?
Riassumendo:
i peggio casi
psichiatrici delle elites europee vanno, nel frattale precedente, dai nuovi
padroni d'Occidente. Non molto intelligenti ma con risorse tali da comprare
tutto il cervello che gli manca.
L'obiettivo è quello che hanno tutti
i bimbetti da sempre: la conquista del mondo.
Estasiati, i simpatici anglofoni
sgrammaticati, con i piedoni sulla scrivania e il perenne ditino nel naso, cominciano
a stampare verdoni per il progetto degli United States of Europe. (I laburisti
britannici si mettono di traverso, ma, che il nome del nuovo mercato senza
consumatori fosse nella nobile lingua d'oltremanica, rimane indubbio sino ai
giorni nostri).
Gli homini-hamburger cominciano a
fare checklist di qualsiasi operazione umana e animale (in quelle regioni
spesso molto simili), ipotizzano qualsiasi scenario catastrofico in cui far
sopravvivere almeno un Mad Max e una Jena Plissken (chiaramente con excel), e
raccolgono meticolosamente statistiche di qualsiasi genere del creato dal 1492,
l'anno in cui l'ingegneria genetica ha dato alla luce Adam & Eve (la
maggior parte di queste statistiche finisce nelle trasmissioni sportive per
trovare qualcosa di interessante nel baseball).
I padroni del mondo!
C'è solo un problema: ci sono, per
ogni marine geneticamente modificato, un russo incazzato come un orso bruno dai
tempi di Aleksandr Nevskij, e un corpo d'armata di cinesi.
Quindi la strategia rimane sempre la
stessa: infarcisci di wurstel ed etnocentrismo i cruccomanni e dici loro che
devono trovare il loro Lebensraum. Lo vuole la loro gloria di impero mai nato e
constantemente perdente .
Il cruccomanno, una volta
programmato, non si ferma finché non gli togli le batterie: «Ya esekuireortini» ...e falcia qualsiasi forma di vita che non si adegui a portare i
calzini con i sandali.
Dopo che ha finito il lavoro sporco,
che più sporco non si può - detto lordoliberismo - il suo dante causa (i
padroni del mondo!) punta il riflettore al cruccomanno e gli dice: Freedom,
Democracy, Brotherhood!! Ora ti faccio reflazionare io! Rade al suolo Colonia,
produce una sequela di movie sugli orrori della cruccomania e procede ad un
programma di decruccomanizzazione mentre, contestualmente, arruola i peggio
casi psichiatrici per il futuro frattale...
I nuovi e vecchi liberatori (i
padroni del mondo!) spostano ancora un po' le proprie frontiere ad est, e si
trovano già a disposizione l'ordine sociopolitico di loro gradimento.
Insomma, le Riforme le fanno
materialmente le sinistre europee sotto il rullo compressore tedesco, ma le
vogliono le estreme destre americane con gran gioia delle elites vassalle.
Ogni tanto mi chiedo quale sia la differenza tra cinica
astuzia e vigliaccheria.
Oggi posto il regalo del Prof. Giuseppe Palma, un estratto del suo libro "Il Male assoluto".
Personalmente letto e continuo a consigliarlo a tutti quelli che vogliono come me, avere una visione più chiara di quanto sta accadendo oggi a tutti noi, facenti parte del "progetto U€"
Giuseppe Palma:
"La maggior parte delle Costituzioni nazionali degli Stati
membri dell’Unione Europea sono nate dopo la Seconda Guerra Mondiale, e sono il
frutto del sangue versato da ciascun popolo durante circa sei anni di crimini
ed atrocità di cui l’Umanità è ancora oggi scossa e provata. Tra queste
Costituzioni c’è anche la nostra (elaborata ed approvata da un’Assemblea
Costituente eletta direttamente dal popolo), la quale nasce sia come reazione a
circa vent’anni di fascismo, sia come reazione all’occupazione tedesca. E’
tuttavia un’argomentazione approssimativa quella di considerare la nostra
Costituzione come mera espressione di reazione a quanto predetto; ritengo,
infatti, che le radici della nostra Carta fondamentale dello Stato siano molto
più antiche, tant’è che nel mio ultimo libro
“[…] la nostra Costituzione è frutto non solo della lotta al nazi-fascismo
(argomentazione fin troppo riduttiva), ma è anche il risultato di ben due
secoli di lotte e sofferenze, è il fiore sorto dal profondo di un terreno
coltivato di morti e sangue, il riflesso degli ideali e delle lotte che vanno
dai primi moti rivoluzionari del 1820-21 alla fine della Seconda Guerra
Mondiale, è il prodotto del sangue sgorgato dal petto di Goffredo Mameli e
della sofferenza patita da Giuseppe Mazzini, è la proiezione dei versi del
Marzo 1821 di Alessandro Manzoni e delle parole de La Leggenda del Piave di
Giovanni Ermete Gaeta, è l’eredità del sangue versato durante la Grande Guerra
dai Ragazzi del 99’ e delle preghiere di tutte le madri che durante
l’occupazione tedesca affidavano le anime dei propri figli a Dio … la nostra
Costituzione nasce quindi da un urlo antico, forse ancor più antico di quanto
ho premesso, tant’è che sono convinto che bisogna ricercare le nostre radici comuni
di resistenza all’oppressione addirittura nel momento in cui Roma cade sotto le
spade dei barbari! Un autentico grido di dolore che un intero popolo vede
terminare con l’entrata in vigore della Costituzione repubblicana del 1948.
Questa, e non altro, è la nostra Costituzione!”. Non potendo in questa
sede, per ovvi “limiti editoriali”, sviluppare a pieno l’intero argomento del
rapporto tra i Trattati dell’UE e la nostra Costituzione, mi limiterò a
riportare solo un esempio, cioè quello dell’esercizio della FUNZIONE
LEGISLATIVA (ossia il potere di fare le leggi) a livello europeo, e quindi –
molto in breve – il rapporto tra la produzione legislativa sovranazionale e
quella nazionale. Premessa. Un numero elevato di esseri umani deceduti nel
periodo che va dalla Rivoluzione francese alla Seconda Guerra Mondiale
(passando dai moti rivoluzionari dell’Ottocento), sono morti anche per questo
motivo: assegnare ad un Parlamento eletto direttamente dal popolo il potere
esclusivo di esercitare la funzione legislativa, cioè il potere esclusivo di
fare le leggi! Bene. Se in Francia la Rivoluzione partorì la Dichiarazione dei
Diritti dell’Uomo e del Cittadino (1789) e la Costituzione del 1791 (ed
entrambe andavano in questo senso), in Italia – dopo i moti del 1848 – il regno
di Sardegna concesse lo Statuto Albertino (anch’esso assegnava la funzione
legislativa al Parlamento), mentre a Roma – nel 1849 – accadde qualcosa di più
grande: la Repubblica Romana di Mazzini concepì una Carta fondamentale dello
Stato che sarà la Madre morale e giuridica della nostra Costituzione vigente.
La Costituzione della Repubblica Romana fu discussa ed approvata (sotto il
cannoneggiamento francese) da un’Assemblea Costituente democraticamente eletta
a suffragio universale e diretto, e in essa era previsto che l’esercizio della
funzione legislativa dovesse spettare unicamente ad un’Assemblea eletta dal
popolo a suffragio universale e diretto. Arriviamo quindi alla nostra
Costituzione vigente (quella entrata in vigore il 1° gennaio 1948), la quale,
riprendendo idealmente la Costituzione della Repubblica Romana, prevede nella
sua Parte II che l’esercizio della funzione legislativa spetti esclusivamente
ad un Parlamento eletto dal popolo a suffragio universale e diretto (fatta
eccezione per i casi del decreto legge e del decreto legislativo – di
competenza del Governo – che comunque si collocano in una cornice fiduciaria
tra potere legislativo ed esecutivo), in un sistema di bicameralismo perfetto
(cioè un progetto o un disegno di legge che vogliano diventare legge, devono
essere approvati nel medesimo testo sia dalla Camera dei deputati che dal
Senato della Repubblica)… Questa, molto in breve, una delle conquiste
democratiche costate centinaia di milioni di morti… Riepilogando quanto sopra
premesso, e prendendo ad esempio il nostro ordinamento costituzionale, uno
degli elementi più importanti sotto l’aspetto dell’esercizio della funzione
legislativa è il seguente: perché un progetto o un disegno di legge diventino
legge (e quindi producano effetti giuridici), oltre a dover superare il doppio
passaggio parlamentare (il cosiddetto bicameralismo paritario), devono
percorrere una procedura democratica dettata a tutela delle minoranze, così
come stabilito dagli artt. 70 e segg. della Costituzione… In pratica, perché i
cittadini italiani siano destinatari dell’applicazione di norme giuridiche (le
leggi), queste devono essere esclusiva espressione della volontà di un
Parlamento eletto direttamente dal popolo, in modo tale che quest’ultimo abbia
un controllo di natura elettorale e politica sul Parlamento stesso… e per come
è scritta la nostra Costituzione, le procedure di adozione delle leggi
garantiscono ampiamente anche le minoranze. Infine, una volta terminato l’iter
di formazione delle leggi, queste sono sottoposte alla promulgazione del
Presidente della Repubblica, il quale può esercitare la facoltà del rinvio al
fine di chiedere alle Camere una nuova deliberazione. Non contenta, l’Assemblea
Costituente introdusse anche un controllo postumo sulle leggi e sugli atti
aventi forza di legge, assegnando alla Corte Costituzionale il potere di
giudicare sulla conformità di una legge – o di un atto avente forza di legge –
al dettato costituzionale. Non è un caso, infatti, che la nostra Costituzione
sia definita la più bella e la più democratica del mondo; ma una meraviglia del
genere (al pari di tutte le Costituzioni degli Stati membri dell’UE) dava e da
fastidio al nuovo Ancien Régime rappresentato da questa Unione Europea.
I Trattati dell’UE (quindi dal Trattato di Maastricht in poi) hanno – di fatto
– sospeso l’efficacia delle Costituzioni degli Stati membri dell’Unione, e in
primis hanno reso inefficace il sacrosanto principio che la funzione
legislativa spetti esclusivamente ad un Parlamento eletto direttamente dal
popolo. Infatti, come previsto – da ultimo – dal cosiddetto Trattato di Lisbona
(che non è un unico Trattato ma è un’accozzaglia di norme incomprensibili e
scoordinate tra di loro con le quali si sono riformati due precedenti
Trattati), la funzione legislativa a livello europeo non spetta più al solo
Parlamento, bensì congiuntamente a due organi, vale a dire al Consiglio dell’UE
(altrimenti detto Consiglio o Consiglio dei Ministri, un organismo non eletto
dal popolo e composto – a livello ministeriale – da un membro per ciascuno
Stato membro) e al Parlamento europeo (composto da deputati eletti direttamente
dai cittadini di ciascuno degli Stati membri dell’UE), ed entrambi la
esercitano (cioè fanno le leggi europee) in una procedura congiunta di adozione
dell’atto giuridico dell’Unione. Fin qui, almeno apparentemente, non ci sarebbe
nulla di eccessivamente preoccupante, e invece adesso capirete come la
democrazia è stata tradita e calpestata dai Trattati europei. Attraverso
diverse pronunce susseguitesi nei decenni da parte della nostra Corte
Costituzionale (che con gli anni è diventata uno strumento di potere al
servizio della dittatura oligarchica dell’UE), gli atti giuridici dell’Unione
Europea (mi riferisco in questo caso specifico al Regolamento dell’UE) sono
direttamente applicabili in ciascuno degli Stati membri, e, in caso di
contrasto tra un Regolamento dell’UE e una legge approvata da ciascun
Parlamento nazionale, il primo (cioè il Regolamento) prevale sulla norma di
diritto interno, cioè sulla legge nazionale. In altre parole, le Fonti del
diritto europeo derivato (Regolamenti, Direttive etc…) si collocano – nella
scala gerarchica delle Fonti del Diritto – su di un livello superiore rispetto
alle leggi e agli atti aventi forza di legge approvati da ciascun Parlamento
nazionale, quindi le leggi nazionali (cioè quelle approvate secondo le
procedure democratiche previste ad esempio dalla nostra Costituzione), di
fronte ad un contrasto con gli atti giuridici dell’UE, devono essere
disapplicate direttamente dal giudice nazionale, cioè perdono di efficacia ad
esclusivo vantaggio della normativa europea (approvata come vedremo più
avanti). Per di più il Regolamento dell’UE, perché produca i suoi effetti
giuridici direttamente vincolanti in ciascuno degli Stati membri dell’Unione,
non necessita né di una ratifica (come avviene invece per i Trattati
internazionali) né di alcuna procedura di recepimento da parte dei Parlamenti
nazionali (come avviene ad esempio nel caso delle Direttive). Come ho scritto
pocanzi, gli atti giuridici dell’UE (che, ripeto, superano le leggi nazionali)
sono adottati dal Consiglio dell’UE e dal Parlamento europeo attraverso una
procedura congiunta di adozione dell’atto. Questa procedura congiunta
(limitandomi a spiegare brevemente solo quella ordinaria) è composta di quattro
fasi (tre più quella dell’eventuale conciliazione che rappresenta la terza
fase). In pratica, accade questo: la Commissione europea (un organo
potentissimo non eletto e che esercita il potere esecutivo, quindi rappresenta
il Governo dell’UE) presenta sia al Consiglio dell’UE che al Parlamento europeo
le proposte degli atti giuridici da adottare. A questo punto (facendola molto
breve perché le quattro fasi della procedura ordinaria sono difficilissime da
spiegare in poche righe) il Parlamento europeo, per poter presentare
emendamenti alle proposte della Commissione o eventualmente respingere o
emendare le posizioni del Consiglio, necessita (in ogni caso) di un voto della
maggioranza dei suoi componenti, cioè il Parlamento europeo ha il potere di
emendare una proposta della Commissione o respingere la posizione espressa dal
Consiglio solo con un voto a maggioranza assoluta dei suoi membri (50% + 1 dei
componenti l’Assemblea)! Pazzesco, ma è così! E non è finita qui. Qualora la
seconda fase della procedura ordinaria si concluda con un nulla di fatto, i
Trattati prevedono una terza fase (cosiddetta di conciliazione) dove pochissimi
membri del Consiglio dell’UE e del Parlamento europeo si siedono attorno ad un
tavolo per mettersi d’accordo sul contenuto dell’atto giuridico da adottare;
atto che (se trattasi di un Regolamento) sarà direttamente applicabile in
ciascuno degli Stati membri, senza alcuna ratifica né recepimento da parte dei
Parlamenti nazionali! Se questa non è Oligarchia allo stato puro, ditemi che
cos’è! Ciò detto, la funzione legislativa dell’UE (che come abbiamo visto
incide direttamente sulla vita di tutti i cittadini europei e supera il frutto
della funzione legislativa degli Stati membri) è esercitata congiuntamente da
un Parlamento eletto direttamente dai cittadini di ciascuno Stato membro (che
però, per “dire la sua”, deve necessariamente esprimersi a maggioranza assoluta
dei suoi membri, e, semmai avesse l’indipendenza di “ribellarsi”, lo si fa
sedere a tavolino nella segrete stanze) e da un organo – il Consiglio dell’UE –
non eletto da nessuno e composto dai ministri di ciascuno Stato membro
competenti per materia. Per quanto concerne, invece, l’iniziativa legislativa
(cioè il potere della proposta degli atti giuridici da adottare), essa è
esercitata dalla Commissione europea (il Governo dell’Unione, composto da
soggetti non eletti e nominati da ciascuno degli Stati membri): a tal proposito
qualcuno potrebbe obiettare che pure la Costituzione italiana assegna
l’iniziativa legislativa anche al Governo (il quale può presentare alle Camere
propri disegni di legge), ma il Governo italiano è legittimato ad esercitare le
sue funzioni solo ed esclusivamente dopo aver ottenuto un voto di fiducia (per
appello nominale) da parte di entrambi i rami del Parlamento. In Europa,
invece, non è esattamente così: la Commissione europea non è destinataria di un
vero e proprio voto di fiducia da parte del Parlamento europeo, infatti
quest’ultimo elegge il Presidente della Commissione a maggioranza assoluta dei
suoi membri (tenendo ovviamente conto del risultato delle elezioni europee), ma
solo dopo mesi esprime un voto di approvazione nei confronti dell’intera
Commissione, voto che non equivale – tecnicamente – ad un voto di fiducia come
quello che conosciamo noi nel nostro ordinamento costituzionale. Medesimo
discorso va fatto anche per un eventuale “voto di sfiducia”, che i Trattati
definiscono “mozione di censura”, la quale può essere, sì, votata dal
Parlamento europeo nei confronti della Commissione (e produce l’effetto delle
dimissioni di quest’ultima), ma nella pratica è del tutto irrealizzabile perché
occorre che la mozione stessa sia approvata dalla maggioranza dei 2/3 dei voti
espressi dall’aula, sempre che il risultato non sia inferiore alla maggioranza
dei membri che compongono il Parlamento! Tutto ciò premesso, appare dunque
evidente come i Trattati dell’UE abbiano svuotato non solo le Costituzioni
degli Stati membri, ma anche il Parlamento europeo, il quale non solo non
esercita a pieno la funzione legislativa che è propria di un’Assemblea eletta
direttamente dal popolo (principio costato centinaia di milioni di morti), ma
non vota e non revoca – nella sostanza – la fiducia alla Commissione! Ciò
detto, il sangue versato dalla Rivoluzione francese in avanti è stato
vergognosamente tradito e calpestato da questa UE e dai suoi Trattati. Era la
fine del 1997, e avevo da pochi mesi iniziato a frequentare il primo anno di
Giurisprudenza all’Università di Lecce. Ricordo – come se fosse ieri – che il
mio professore di Diritto Costituzionale diceva sempre che la nostra
Costituzione è la Madre delle Fonti del diritto, e che anche i Trattati europei
(nello specifico le leggi di autorizzazione alla loro ratifica approvate dal
nostro Parlamento) le debbono essere conformi. Lascio al lettore ogni libero
commento! E’ dunque giunta l’ora che il popolo si svegli e prenda
coscienza!"
Signore e Signori Deputati, Signore e Signori colleghi, vi parlerò con sincera chiarezza che si richiede dall'onore e dalla responsabilità che mi avete assegnato ma anche dall'onore e dalla responsabilità della fiducia che hanno assegnato i nostri concittadini ad ognuno di noi.
Siamo qua non perché l'ha voluto la sorte, ma perché l'abbiamo scelto, perché siamo stati scelti ed eletti dai cittadini di questo paese, dal popolo del nostro paese che è in grande difficoltà e che lotta per dignità, giustizia, uguaglianza, democrazia e libertà. Per valori sono stati conquistati con il sangue, con sacrifici, con lotte che sono indelebilmente incise nella storia di questo luogo. Valori che oggi si stanno mettendo in dubbio e vengono ridotti in maniera del tutto disprezzante. Il Parlamento greco non è solo l'istituzione più alta della democrazia del nostro paese è anche la manifestazione incarnata della sovranità popolare, l'espressione della volontà del popolo e lo scudo dell'indipendenza e della sovranità popolare. La nostra elezione al parlamento non ci promuove in una posizione di potere ma ci pone al fronte di responsabilità. Perché essendo eletti in questa istituzione nazionale, non esistiamo più per noi stessi ma incarniamo la grande forza della democrazia parlamentare di cui ogni potere proviene dal popolo, esiste per il popolo e viene applicato in linea con la Costituzione, insieme al popolo. Ieri in una seduta storica del Parlamento, sono stati usati per la prima volta nella snostra storia giuramento sia religioso che politico. Il contenuto del giuramento, qualsiasi dei due modi ognuno di noi abbia scelto, è stata la devozione alla nazione e alla democrazia, il rispetto alla costituzione e la realizzazione corretta dei nostri doveri e il contenuto di questo giuramento significa molto di più di una rassicurazione. Significa che ognuno di noi attraverso il proprio esempio, le proprie iniziative, la propria partecipazione , ma anche con la propria critica, la propria obiezione, l'opposizione attiva, ha il dovere reale di difendere i diritti di ogni singolo individuo che vive in questo paese e che si trova sotto le nostre responsabilità e di garantire la posizione internazionale del nostro paese, paese che è membro storico e a pieni diritti dei vari organismi internazionali europei e dell'UE. Il Parlamento di oggi, il primo parlamento dopo l'insediamento dei memorandum e dei pacchetti di austerità è chiamato insieme al popolo greco, a scrivere la storia, e a dimostrare che la democrazia e la sovranità popolare continuino essere un valore non negoziabile, in Europa e nel mondo, e che non sono suddite a interessi che siano contrari al benessere del popolo. Voglio ringraziare il Premier e il Gruppo Parlamentare di Syriza che mi hanno onorata con questo ruolo di grande responsabilità e anche il gruppo Greci Indipendenti, alleati di Governo, che hanno sostenuto questa scelta. Voglio ringraziare il Presidente uscente del Parlamento che in modo corretto e istituzionale ha preso l'iniziativa di un procedura sostanziale di consegna e di informazione che ha avuto inizio già dalla settimana scorsa e che avrà seguito. Ringrazio però anche il vice-Presidente che ha svolto e presidiato con responsabilità e successo la seduta storica di ieri e quella di oggi. Ringrazio inoltre gli altri gruppi parlamentari che hanno votato a favore della mia elezione, ma anche tutti coloro che hanno partecipato, anche se hanno dato voto diverso, perché la partecipazione è prima di tutto garanzia e indice di processi democratici. La partecipazione globale che sta accadendo in queste sedute iniziali devono essere un nostro impegno comune per un nuovo paradigma di un parlamento vivo e attivo che lavora, legifera , controlla e ottiene il riconoscimento e il rispetto della società civile, e con deputati attivi strumenti della democrazia parlamentare e non meri attori di applausi per decisioni del governo o dell'opposizione con le commissioni in luoghi di procedure sostanziali di legislazione aperte alle società e di miglioramento per i decreti presentati, con l'incoraggiamento e l'ampliamento della partecipazione popolare, attraverso il rafforzamento dell'attività legislativa e l'invito e l'audizione di comitati e di attivi cittadini e anche attraverso nuove procedure e processi per azione legislativa e controllo governativo da parte della società civile, per le quali saranno proposte modifiche al regolamento del parlamento.
Al Parlamento di questa legislatura dovrà funzionare il controllo parlamentare che non è soltanto un strumento di controllo dell'opposizione parlamentare, ma è anche strumento sociale sull'operato del Governo, e sono certa che il primo a garantire questo sarà, il Premier e i ministri, che dovranno presenziare ai lavori e rispondere alle interrogazioni e alle domande di tutti i deputati, ognuno dei quali rappresenta la nazione.
Al Parlamento di questa legislatura non dovranno essere ripetute forme di abuso degli strumenti legislativi, come ad esempio l'uso eccessivo delle "modalità d'urgenza" dei decreti e degli emendamenti. Per quanto mi riguarda, nel mio ruolo di Presidente del Parlamento, non saranno accettate richieste di urgenza, emendamenti fuori tempo massimo o non relativi ai decreti in questione e nemmeno decreti di centinaia di pagine, senza strutturazione, atti legislativi che non siano in linea con i principi della Costituzione. Costituisce mio impegno l'applicazione da parte di questo parlamento dei principi della buona legislazione, così come sono previsti nel diritto interno nonché in quello extra-legislativo. Confido pienamente che saranno sostenitori di questa linea, prima di tutto il Governo e i Gruppi Parlamentari che lo sostengono in rispetto alle battaglie che abbiamo tutti svolto alle ultime legislature contro queste pratiche e contro emendamenti ad personam che hanno macchiato la nostra storia parlamentare, costituisce mio impegno la protezione della dignità dei dipendenti del parlamento contro pratiche di ingiustizia e di mancanza di meritocrazia ma anche contro la loro demonizzazione, pur di attivare automatismi sociali. I dipendenti del Parlamento non sono capri espiatori di nessun potere e devono lavorare in un ambiente che garantisce a loro rispetto e riconoscimento del loro operato in modo meritocratico e trasparente e con regole che saranno conosciute e rispettate da tutti. Di rispetto tuttavia, sono degni a che tutti i deputati, nello svolgimento del loro dovere, che dovrà essere loro facilitato attraverso condizioni dignitose di lavoro all'interno del Parlamento. Farò un esempio di esperienza personale, questo della Commissione sulla vicenda di altissima importanza della lista Lagarde. Per sei mesi i Deputati di Syriza e non solo, abbiano partecipato in questa Commissione dalla mattina alla notte senza la disponibilità di un luogo dedicato per òe sedute e nemmeno di uno per il deposito di migliaia di documento relativi, i nostri collaboratori ci aspettavano per ore infinite alla scalinata fuori le aule. Nello stesso modo, i Parlamentari vengono invitati a contribuire alla immensa responsabilità del loro lavoro di legislatori e di controllori dell'operato del Governo, allo stesso momento, gran parte del palazzo del parlamento è presidiato da persone che non hanno nessun ruolo e mandato di legiferare.
Voglio essere chiara la priorità di questa legislatura sarà quella di garantire i presupposti che permetteranno a tutti i deputati di studiare i decreti e partecipare in modo uguale e attivo all'azione parlamentare e, questo sarà un criterio per la scelta della distribuzione dei luoghi di lavoro all'interno del parlamento e per la tempistica degli atti parlamentari che garantirà il funzionamento democratico dell'azione parlamentare. Arrivo ora alla questione di trasparenza. Il Parlamento non può essere una lavatrice di scandali o un cimitero di reati penali. L'esame dei casi che si sono trasmessi dalla magistratura al parlamento e che rimangono nei cassetti per mesi o anni, senza essere nemmeno discussi, è un obbligo DEMOCRATICO BASILARE. Mi rivolgo a TUTTI i Parlamentari, in quanto sono portavoce del popolo e vi invito a contribuire allo scopo di metter fine a questa situazione vergognosa di trattamento privilegiato verso alcuni, fenomeno che ha pesantemente infestato la reputazione del parlamento greco. É indispensabile che il parlamento garantisca sia attraverso le commissioni relative esistenti sia con la costituzione di altri organi necessari con la
relativa modifica del Regolamento – la legalità, la trasparenza e l’esame di
tutti casi in sospeso, chiunque sia la persona coinvolta, sia che si tratti di
personaggi politici, parlamentari o governativi che di rappresentanti di
interessi finanziari o di corruttori imprenditoriali, come ad esempio nel caso
della SIEMENS o degli armamenti. Non dobbiamo inoltre scordare che questioni
del genere riguardano anche impegni internazionali di altri paesi, in linea con
i regolamenti internazionali contro la corruzione, e che il nostro paese non è
rimasto privo di strumenti legali per ridare legalità e verità, nonché per
rilevare reati. Questi regolamenti e obblighi internazionali li conoscono anche
i membri di governi di altri paesi ed è dunque infondata la dichiarazione di
ieri del Ministro tedesco di Economia e Finanza che ha dichiarato che ogni
paese ci pensa soloe soltanto ai propri
affari. Il nostro paese e il nostro popolo sono stati vittime di corruzioni di
alti livelli e di larga estensione che non si delimitano soltanto all’interno
delle nostre frontire nazionali. È obbligo anche di tutti i paesi europei
quello di contribuire per ripulire le situazioni COLLETTIVE della nostra casa
europea. A livello di trasparenza, il messaggio di un’informazione globale,
qualitativa e obiettiva deve essere trasmesso dal canale televisivo del
parlamento. Allo stesso memento, è di importanza vitale l’accesso dei cittadini
all’informazione globale sull’attività parlamentare la quale è massiccia ma
anche sottovalutata per via di pratiche che mettono la priorità a operati
extra-parlamentari rispetto a quelli dell’azione politica. Dalla parte del
parlamento, ci sarà organizzazione e strutturazione dell’informazione ufficiale
e spero che questo aprirà una nuova pagina all’informazione parlamentare. Ora
passo all’attività più importante e cruciale della precedente legislatura per
la quale tutti i deputati di quella legislatura possano essere fieri: la
costituzione della Commissione per la rivendicazione dei rimborsi alla
GERMANIA(AI DANNI DELLA II WW). Dopo l’iniziativa di Manolis Glezos e gruppo parlamentare di
Syriza ma anche con la decisione unanime di tutti i gruppi parlamentari, è
stata costituita questa Commissione e ha lavorato in modo eccellente ma che non
ha potuto completare il suo operato per via delle elezioni anticipate. In
questa nuova legislatura, questa Commissione per i rimborsi tedeschi sarà
formata di nuovo e in tempi velocissimi e le sarà dato valore ulteriore per
poter rivendicare, coon il nostro dovere parlamentare, in modo efficiente il
nostro credito morale, storico ed economico, relativamente alle vittime delle
atrocità naziste, alle catastrofi nazionale, alla restituzione del prestito
forzoso dei tempi della guerra e dell’occupazione, e per la restituzione dei
nostri tesori archeologici rubati. Come Presidente, mi assumerò la responsabilità e
intraprenderò tutte le iniziative necessarie affinché questo debito, che
sopravvive da oltre 70 anni, venga rimborsato. E sarà un piacere e un onore se
contribuiranno a questo obiettivo storico tutti i gruppi parlamentari.
Inizitive simili saranno intraprese per un contributo attivo e sostanzioso da
parte del Parlamento greco alla promozione della richiesta per la cancellazione
di gran parte del debitoe per lo sviluppo e il superamento della crisi
umanitaria che sta colpendo il nostro popolo e per il suo sollievo. La
procedura parlamentare non è una procedura con fini a sé stessa. È uno
strumento prezioso che deve essere attivato sia al livello della presidenza del
parlamento che a quello delle Commissioni su affari internazionali e delle
Commissioni su amicizie con altre nazioni alle quali partecipano tutti deputati
in modo tale che la richiesta dello stato greco di una risoluzione giusta per
il nostro popolo di diminuzione del debito e di moratoria dei pagamenti di
rate, diventerà una campagna parlamentare attiva che sarà basata
sull’informazione degli altri parlamenti e anche popoli europei che già si
attivano con solidarietà verso il nostro popolo. Il Parlamento dovrà anche
essere ri-collegato con la Cultura, con la Scuola e con i giovani e per questo
scopo ci sarà attivazione dell’operato del Parlamento. A proposito dei giovani,
mi sento in obbligo di ricordare che circa centomila ragazzi e ragazze 18enni
non hanno votato alle ultime elezioni anche se ne avevano il diritto. Questo
non può essere ripetuto! I deputati di questo parlamento rappresentano anche
questi cittadini e dobbiamo garantire che i più giovani elettori non saranno
mai più esclusi dal processo elettorale. Signore e Signori Deputati e Signori
colleghi, in questa aula ci sono persone che iniziano ora per la prima volta
questo bel viaggio e grande missione e ci sono persone che vi avevano già
partecipato. Da ognuno di noi dipende se riusciremo a scrivere le pagine più
importanti e più preziose della storia parlamentare contemporanea, in queste
circostanza in cui la società pone le sue speranze su di noi ma anche si attiva
e si movimenta avanzando richieste. La storia viene scritta dai popoli quando
essi sperano, mettono in dubbio, lottano, pretendono. La storia viene scritta
anche dalle forze politiche e dai rappresentanti del popolo,dai parlamenti, quando sono all’altezza delle
loro responsabilità e si alzano come un muro per la protezione della società
civile. I riflessi democratici del nostro popolo sono attivi e si si esprimono
sempre più chiaramente, con riferimenti cristallini alle lotte storiche del
nostro popolo, della resistenza nazionale, della sinistra, del movimento
studentesco, della lotta contro la dittatura, dei movimenti sociali. Sempre più
persone si accorgono di non vole vivere la propria vita da sudditi e nemmeno
lasciare ai propri figli l’eredità di una nuova schiavitù finanziaria. Le persone
sono tornate a sorridere negli ultimi giorni, ri-acquisiscono la loro tenacia,
la loro autostima, la loro dignità, pretendono di far parte della Storia e no
essere meri spettatori, e si radunano alle piazze manifestando per valori
umani, come hanno fatto ieri sera migliaia di cittadini ad Atene ma anche in
altre capitali europee. L’Europa intera, il globo intero sta guardando la
Grecia con speranza. Perché sanno che il riconoscimento della giustizia e il
sollievo del popolo greco sarà una vittoria delle persone contro i regimi
finanziari e le nuove dittature delle banche mercati che mirano a sostituire la
democrazia. Il Parlamento greco, di fronte alle provocazioni storiche, che
abbia come guida l’articolo concludente della Costituzione: l’aricolo 120, che
dice oggi la stessa cosa che diceva prima l’articolo 114, che era stato guida
alle lotte democratiche del passato: “ Il rispetto alla Costituzione e alle
leggi che siano in linea con essa e la devozione alla nazione e alla democrazia
costituiscono un dovere fondamentale di tutti i cittadini greci. L’ osservanza
della Costituzione viene assegnata all’amore per la patria dei cittadini greci
che hanno il diritto e il dovere di resistere con ogni mezzo contro chiunque
tenda a sopprimerla con forza”. Questo patriottismo costituzionale,
istituzionale e democratico, della quale è storicamente ricca la società greca,
e quale è costituzionalmente garantito al parlamento greco, che sappia che lo
dovrà affrontare chiunque possa tentare di ricattare il nostro popolo e di
sopprimere la democrazia nel nostro paese.
Vi ringrazio.
IL DISCORSO DI INSEDIAMENTO 06.02.15
un vero messaggio di speranza per tutti i popoli europei